Ora tutti a esaltare il premier Giuseppe Conte. Per cosa, di preciso, non si sa. Da quando sono venuti fuori il metodo-Casalino e tutti i retroscena sulle diaboliche strategie di comunicazione del governo gialloverde, è ormai impossibile credere alle cose che dicono. L’aver fatto passare il messaggio che Salvini e Di Maio sono stati messi in sordina e che la trattativa l’abbia condotta lui imponendo i suoi pensieri, sembra anche bizzarra. Però Conte ci crede tanto e ci tiene a ribadirlo. Tanto che ora sono in molti a credergli. In un colloquio con Il Corriere della Sera il primo ministro spiega come ha condotto le trattative con Bruxelles.
“Dovevo portare a casa un risultato importante per l’Italia: evitare l’apertura di una procedura di infrazione per debito eccessivo. L’ho fatto e ne sono felice per il mio Paese”, esordisce il premier. Per raggiungere l’obiettivo ha dovuto telefonare al “capofila del fronte del rigore”, il commissario per la stabilità dell’Euro Valdis Dombrovskis…
“Sono riuscito a spiegare le ragioni per le quali la terza economia dell’eurozona non poteva essere sottoposta a procedura d’infrazione: anche l’Ue rischiava di entrare in una spirale dalle implicazioni pericolose. E l’ho convinto”. Racconta tutto come se lui fosse un eroe omerico e abbia compiuto una vera impresa. Peccato che questa manovra in molti la giudicano già un fallimento. E un salasso per gli italiani.
La foto di ieri, con i vicepremier assenti alle comunicazioni in Senato e Conte affiancato dai ministri Tria e Moavero, sembrava esprimere una frattura politica. Conte chiude il caso: “Avevano impegni istituzionali, Salvini e Di Maio erano giustificati”. Ma poi affonda: “C’è stata una fase acuta in cui la dialettica” che si era innescata con la Commissione europea “mi ha fatto temere che venissero offuscati merito e qualità della manovra”.
Per questo rivela di aver chiesto e ottenuto dai vicepremier “una linea di comunicazione più attenta”. Ora la posizione di Conte è più solida. Il premier dice di non temere che Salvini richieda Palazzo Chigi per sé dopo le Europee, ma “non perché io tenga alla poltrona. Questo governo è frutto di un impegno con gli italiani per realizzare un progetto riformatore”.
“Il nostro progetto richiede tempo ed energie per l’intero arco della legislatura”. Infine i ringraziamenti: “A tutti i miei ministri, ai parlamentari che hanno dovuto pazientare. E a Mattarella, che ha seguito il negoziato da vicino senza farci mancare il suo pieno sostegno”.
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