Salvini sempre più influencer e meno ministro dell’Interno. Se dal suo dicastero ad ora non è venuta nessuna riforma significativa, dal lato social, invece, il leader della Lega se la comanda, come direbbero i giovani. Segretario del partito, ministro dell’Interno, vicepresidente del Consiglio. Matteo Salvini ha fatto molto parlare di sé negli ultimi giorni per via di alcune foto postate sui social network che lo ritraggono in posa con prodotti di marca arci-noti al grande pubblico: dalla birra Moretti alle fette biscottate con Nutella.
Un uso disinvolto dei brand che avvicina il titolare del Viminale all”uomo comune’, dietro al quale non si cela alcuno scopo di lucro, ha assicurato Salvini. Ma quanto guadagnerebbe il leader della Lega se fosse un influencer (come Chiara Ferragni) e ricevesse un compenso per i suoi post? È la domanda che Adnkronos ha posto a Matteo Pogliani, esperto di social, comunicazione e influencer marketing.
“Salvini per seguito, interazioni e portata è sicuramente equiparabile ai top influencer che dominano la scena social. Facendo una rapida analisi possiamo dare una stima del valore dei post da lui realizzati sui suoi canali, o meglio, possiamo capire quanto un brand pagherebbe per creare dei post sponsorizzati”. Su Instagram Salvini conta 1,1 milioni di follower, su Twitter oltre 940mila e su Facebook più di 3 milioni 340mila seguaci.
“Secondo alcuni report internazionali sul tema costi (Captive8) e le fee di influencer simili per numero di follower e interazioni è possibile stimare che un post di Matteo Salvini potrebbe tranquillamente costare: tra i 25-50mila euro su Instagram; tra i 15-25mila euro su Twitter; tra i 50-70mila euro su Facebook”, afferma l’esperto. Ma il numero di ‘mi piace’, osserva Pogliani, c’entra fino a un certo punto. E a influire sull’entità dei guadagni sono anche altre variabili.
“Quantificare il valore dei post degli influencer – spiega – è tema complesso, discusso e spesso dipendente da molteplici fattori. Tipologia di attività richiesta, sentiment online, notorietà dell’influencer portano in molti casi a variazioni significative, difficili da stabilire o prevedere. Non è infatti, come troppi pensano, una questione di soli follower, ma della capacità di avere impatto su di loro e spingerli all’azione”. Alle stime sul valore dei post di Salvini “va poi aggiunto un elemento essenziale”, afferma il guru del web, ovvero “la profonda credibilità che la sua posizione e il suo ruolo istituzionale gli conferiscono”.
“Elemento che non molti influencer possono dare e che si farebbe ben pagare nel caso”. Tuttavia, secondo Pogliani, l’uso dei marchi promosso da Salvini solleva un problema. “E’ innegabile – ragiona l’esperto – che tali comunicazioni, alla luce del suo ruolo istituzionale, creino turbative al mercato, dando visibilità a questi marchi a scapito dei principali competitor. Un fatto su cui, a mio avviso, è giusto che gli enti preposti, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato su tutti, pongano attenzione e valutino di intervenire”.
Ti potrebbe interessare anche: Un amore al capolinea: Di Maio e Salvini, rottura alle porte. La previsione di Minzolini, quando cadrà il governo