Tutti lo danno per morto, ma lui morto non ci si sente affatto. Matteo Renzi sembra in forma (politica, non fisica) e ci tiene a ribadire che non mollerà di “un centimetro”. Ma, soprattutto, stanno facendo molto discutere le sue dichiarazioni in merito al futuro: non esclude di poter tornare a guidare il Paese come capo del governo anche se giura che non ha alcuna intenzione di fondare un suo partito.
Lo dice in un’intervista al settimanale Oggi: “Che cosa farò dopo la tv? Non lascio il futuro a quelli che contestano i vaccini e fanno i condoni, a quelli che dicono che la cultura non è importante, a quelli che fanno i sottosegretari alla Cultura e si vantano di non aver letto un libro” (il riferimento è a Lucia Borgonzoni della Lega, ndr).
Questo, assicura l’ex leader del Partito democratico, non si tradurrà nella nascita di un partito renziano come invece in molti dicono da un po’. E come, in realtà, in molti sperano anche nello stesso Pd, vedendo in Renzi un ostacolo per l’evoluzione del partito: “Non è una questione all’ordine del giorno. Fantapolitica”, glissa lui. Poi l’ex premier riavvolge il nastro e ricorda gli anni a Palazzo Chigi dei quali si dice “orgoglioso” per quello che ha fatto.
Pur pensando di “aver sbagliato a sottovalutare la vergognosa mole di fake news, fango e bugie che ci hanno buttato addosso”. Da cittadino auspica che i gialloverdi “i risultati li portino a casa. Lo spero per l’Italia”. Renzi, però, non lesina critiche nei confronti di chi riveste ruoli all’interno dell’esecutivo gialloverde: “Penso che siano dei cialtroni”. E allora giù con i giudizi: “Di Battista ha detto che Obama è un golpista? Ho replicato che si deve far vedere da uno bravo. Ma molto bravo…”.
Affondi anche contro il vicepremier Matteo Salvini, che “nel giro di 12 ore è uscito tre volte su Firenze secondo me… Nello stesso giorno in cui io parlavo della Madonna del Cardellino, lui è andato ad abbracciare un ultrà con precedenti per droga e per aver sfasciato un occhio a un tifoso dell’Inter davanti a dei bambini piccoli”.
L’ex premier è comunque speranzoso e ritiene che “alla fine al governo ci posso anche tornare”. Il più grande rammarico resta la sconfitta referendaria: “Lì ho fatto la scelta di rimanere non più al governo ma di restare in campo. Però la sensazione che ho provato andando a letto quella sera era per l’occasione persa dall’Italia”. Ce la farà, come dice lui, a tornare al governo?