Un provvedimento che ha diviso gli italiani, schierati da un lato tra chi lo considera un primo passo verso il futuro e chi discute invece nel merito dell’introduzione della fattura elettronica. Novità che, a partire dal primo gennaio, interessa i portatori di partite Iva, titolari di bar e ristoranti, impiegati amministrativi di piccole e medie aziende. Addio alla vecchia ricevuta cartacea, sostituita dal nuovo strumento di contabilità virtuale. Il cui funzionamento, sulla carta, è abbastanza semplice.
Si compila il formato online della e-fattura, si preme il tasto invio e il documento viene spedito allo Sdi, Sistema di intermediazione, piattaforma digitale gestita da Sogei, società di informatica del ministero dell’Economia. Se la fattura è stata compilata correttamente, viene accolta e inoltrata all’Agenzia delle Entrate che, a questo punto, avendo a disposizione moltissime informazioni sulle attività economiche delle imprese, potrà facilmente individuare gli evasori.
A lanciare l’allarme sull’effettiva attuazione della nuova e-fattura è però l’Espresso, che scrive di un provvedimento che rischia di aumentare, di contro, l’evasione. Tra gli esonerati ci sono infatti i titolari di partita iva che sceglieranno il regime forfettario, meglio noto come flat tax, riservato a chi dichiara ricavi inferiori ai 65 mila euro. In base a uno studio condotto dall’Associazione italiana dottori commercialisti, il 78 per cento delle partite Iva dichiara meno di quella cifra e sarà quindi escluso dall’obbligo della fatturazione elettronica. Idraulici o imbianchini, per dire, non forniranno probabilmente la fattura.
“Il danno per gli studi professionali e le imprese artigiane strutturate sarà elevatissimo” avverte Andrea Dili, commercialista e titolare di Tabula, società di ricerca e consulenza sui temi del welfare e della previdenza. Gli agevolati dalla flat tax non solo pagheranno solo il 15 per cento di Irpef, ma avranno il vantaggio diretto sull’Iva: “A parità di parcella netta, un avvocato che aderisce al forfettario potrà costare al proprio cliente il 22 per cento in meno di un avvocato che non vi aderisce. E la situazione potrebbe ulteriormente aggravarsi con l’estensione del regime forfettario da 65 a 100 mila euro di ricavi che entrerà in vigore dal 2020. Si favorisce la piccola dimensione aziendale, mentre chi sta cercando di espandere l’attività sarà penalizzato”.
A farsi carico della fatturazione elettronica, scrive l’Espresso, saranno così sicuramente le medie imprese, quelle che già si sobbarcano il peso della complessa burocrazia italiana e l’onere maggiore della sesta pressione fiscale più alta al mondo. Tra l’altro l’Api, associazione piccole e medie imprese, ha condotto un sondaggio secondo cui il 54 per cento degli imprenditori ritiene la fatturazione elettronica inutile.
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