Un’altra tragedia si è consumata al largo del Mediterraneo, un altro dramma ha preso forma nelle acque libiche riportando a galla l’incapacità dell’Europa di dare una risposta a questa vera e propria emergenza: un gommone con almeno 590 immigrati è affondato nel Mediterraneo. A lanciare l’allarme una nave che si trovava in zona.
Al momento sono state tratte in salvo circa 500 persone e recuperati i corpi senza vita di altre sette. Le ricerche sono tutt’ora in corso, ma non è ancora chiaro esattamente cosa abbia provocato il naufragio dell’imbarcazione. Sembra soltanto che il barcone si sia capovolto a causa del sovraffollamento, ma nulla di più preciso.
Nonostante ciò, dalle coste libiche potrebbero essere in procinto di partire altri 700mila immigrati (sebbene alcune stime parlino di 1 milione di nuovi arrivi). Secondo il responsabile della missione Oim per la Libia, Othman Belbeisi, le persone intenzionate a partire alla volta dell’Europa sarebbero per lo più provenienti dall’Africa occidentale, ed in particolar modo dalla Somalia e dall’Eritrea.
Questi soggetti, dichiara Belbeisi, ‹‹arrivano in Libia per lavorare nel campo delle costruzioni o dell’agricoltura, se non per unirsi ai gruppi combattenti. Prima di arrivare però non sanno quanto sia difficile la situazione in Libia, per cui se hanno denaro a sufficienza si imbarcano per giungere in Europa››.
E mentre il caso del naufragio libico desta ancora parecchie perplessità e sconcerti. Proprio ieri mattina sono stati tratti in salvo 3mila clandestini da parte parte delle guardie costiere italiane.
Viviana Bottalico