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Latitanza e cattura di Battisti: ecco qual è stato il costo per lo Stato. Cifra pazzesca

L’arresto di Cesare Battisti è un successo straordinario per la Polizia di Stato e l’Aise (agenzia informazioni e sicurezza esterna). Diciamolo: c’entrano poco Salvini e Bonafede che sono andati a fare la passerella a Ciampino. C’entra l’enorme lavoro di tutto il sistema di sicurezza e investigazione che l’Italia ha. Ma, voltandosi indietro a guardare la storia di Battisti dopo la fuga del 4 ottobre 1981 dal carcere di Frosinone, si possono inanellare progetti, pianificazioni, attività di ricerca e cattura di ogni genere: la caccia dello Stato al terrorista, però, ha avuto un costo esorbitante per l’erario. Quanto?

Circa 50 milioni di euro. Non si va molto lontano dalla verità se si stima che oltre 37 anni di lontananza di Battisti dalle carceri italiane sono costati questa cifra. Una cifra variabile, con un’oscillazione forse di una decina di milioni in meno o in più, spiegata dal fatto che alcune voci ovviamente sono top secret…

Quelle, per intenderci, destinate a pagare le fonti dell’intelligence, gli informatori e chiunque sia stato in grado di fornire elementi preziosi per arrivare alla cattura. Le mazzette a fin di bene… Ci sono, poi, i mezzi dispiegati dalle amministrazioni dello Stato, a cominciare dai numerosi voli aerei internazionali fatti in questi anni dai funzionari pubblici. Più tutto l’impegno e l’impiego in 37 anni di agenti, funzionari, dirigenti militari e civili coinvolti.

Battisti venne ricercato dagli uomini del Ros, il raggruppamento operativo speciale dell’Arma dei Carabinieri con obiettivi antimafia e antiterrorismo. Il generale Mario Mori, uno dei comandanti storici del Ros, portò in dote il patrimonio informativo acquisito quando arrivò alla direzione del Sisde nel 2001.

Battisti però fin dal suo esordio criminale era un fascicolo aperto anche dall’Ucigos (ufficio centrale per le investigazioni generali e per le operazioni speciali) del dipartimento di Pubblica sicurezza, poi diventato direzione centrale Polizia di prevenzione. La cattura di Battisti ha coinvolto anche lo Scip, il servizio per la cooperazione internazionale di polizia che fa capo alla Criminalpol guidata dal prefetto Nicolò D’Angelo. Di certo un fascicolo a carico del terrorista era stato aperto anche dal Sismi. Sisde e Sismi si distinguevano in quanto il primo era servizio segreto militare, il secondo civile.

Nel 2007 la riforma li rinnova in Aise e Aisi (agenzia interna). All’Aise, dunque, resta il compito di proseguire l’azione contro Battisti e così all’arrivo di Battisti a Ciampino in prima fila con Salvini insieme ai vertici della Polizia c’è anche il generale Luciano Carta, numero uno dell’agenzia esterna. A dimostrazione della possibilità di mettere con successo a fattor comune forze, risorse ed esperienze diverse per risolvere casi irrisolti da decenni.

 

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