Quando si ha una buona idea per aprire un’impresa o una nuova attività arriva il momento di effettuare tutti gli adempimenti necessari dal punto di vista fiscale e giuridico. Ampliandosi in Italia il panorama delle piccole e medie imprese, fulcro dell’economia del nostro Paese, non è poi così difficile aprire una nuova attività. Ecco, quindi, una guida ai primi passi necessari per realizzare la propria idea rispettando tutti i requisiti di legge.
Aprire un’impresa: come chiedere una Partita Iva
La Partita Iva è un codice univoco di 11 cifre assegnato al richiedente che ha intenzione di aprire un’attività commerciale. La P.I. è assegnata sia a ditte individuali che a società, con piccole differenze nella fase di richiesta. Per aprire una Partita Iva è necessario far richiesta all’Agenzia delle Entrate entro trenta giorni dall’inizio dell’attività. In un primo momento non ci sono costi rilevanti, aprire una Partita Iva è gratuito, ci saranno poi da pagare in seguito tasse che nei primi anni seguono un regime forfettario.
Il secondo passo, per aprire una impresa individuale, è fare le debite comunicazioni di apertura richieste dalla legge: ad esempio le varie autorizzazioni da richiedere ad enti come Comune di appartenenza, ASL e soprattutto la comunicazione d’inizio attività alla CCIAA e all’INPS. Tutti questi passi sono effettuabili anche con il meccanismo della Comunicazione Unica, che permette di semplificare il procedimento inviando i carteggi in questione solo una volta, indirizzandoli ai vari enti di competenza.
Come aprire una società
Il processo per aprire una società cambia parzialmente. È sempre necessario richiedere una Partita Iva, con la differenza che i diretti interessati sono due o più di due. Oltre a richiedere la P.I all’Agenzia delle Entrate e denunciare l’inizio attività ad INPS e CCIAA è necessario anche redigere un atto costitutivo presso uno studio notarile con allegato lo statuto del notaio. Passo fondamentale per la costituzione di una società in tutte le sue forme.
Aprire un’impresa: procedura per registrare il proprio marchio
Registrare il marchio non è necessario ai fini fiscali ma è fondamentale nel caso si punti a creare un brand forte con prodotti che verranno proposti al pubblico. La registrazione del marchio, quindi, è un passaggio che mette al sicuro la neonata impresa da plagi ed appropriazioni indebite, soprattutto in caso di successo del prodotto o del servizio che si offre.
Prima però di passare alle procedure è necessario specificare che esistono diversi tipi di marchi. Non è necessario avere un logo, ma anche una peculiarità del prodotto o un particolare accostamento di colori e forme costituisce un marchio. Una volta creato, quindi, bisognerà rivolgersi all’Ufficio Marchi, che prenderà 3 mesi di tempo per accogliere eventuali contestazioni da parte di proprietari di marchi già registrati.
Non arrivata nessuna contestazione, il marchio viene concesso per 10 anni, con la possibilità di rinnovo dietro il pagamento di tasse comunque non esose. Attualmente, in Italia, l’iter completo impiega circa 12 mesi e alla fine di questo viene rilasciata una particolare certificazione. È importante soprattutto prestare attenzione ad utilizzare il marchio dopo averlo registrato, pena il decadimento dei diritti.