Un 5% di italiani ricchi, titolari da soli della stessa quota di patrimonio posseduta dal 90 per cento più povero. Mentre a livello globale 26 ultramiliardari (contro i 43 del 2017) possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più indigente della popolazione mondiale. Un divario enorme, un mondo spaccato in due metà tutt’altro che eguali. Gli uomini possiedono oggi il 50% in più della ricchezza netta delle donne e controllano oltre l’86% delle aziende. Questi i risultati raccolti da Oxfam nel rapporto “Bene pubblico o ricchezza privata”.
A livello globale la ong afferma che il 20% più ricco possiede il 72% del patrimonio totale, mentre il 60% più povero ha appena il 12,4% della ricchezza nazionale. La ricchezza dei 1.900 miliardari più ricchi tra marzo 2017 e marzo 2018 è aumentata di più di 900 miliardi di dollari, pari a oltre 2,5 miliardi al giorno. Di pari passo si registra la diminuzione della quota in mano alla metà più povera del globo (3,8 miliardi di persone), che è scesa dell’11%.
Per rendere meglio l’idea del divario, l’Oxfam riferisce che 26 ultramiliardari (contro i 43 del 2017) possiedono oggi la stessa ricchezza della metà più indigente della popolazione mondiale. Una situazione a cui ha contribuito anche il calo della pressione fiscale sui super-ricchi per effetto del taglio delle tasse negli Usa: nei Paesi più sviluppati, l’aliquota massima dell’imposta sui redditi è passata dal 62% del 1970 al 38% del 2013. Facendo i conti, solo 4 centesimi per ogni dollaro raccolto dal fisco vengono dalle imposte patrimoniali.
Le donne in media guadagnano il 23% in meno rispetto agli uomini, che possiedono il 50% in più della ricchezza e controllano oltre l’86% delle aziende. Oxfam ha calcolato anche quanto vale il lavoro di cura non retribuito che svolgono in famiglia, prevalentemente dalle donne: secondo il rapporto, se questa attività a livello globale venisse appaltata a una singola azienda, il fatturato annuo sarebbe di 10mila miliardi di dollari.
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