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Il governo delle divise. Non c’è solo Salvini: ecco i maghi gialloverdi del “trasformismo”

Lo hanno già ribattezzato “il governo delle divise” e se pensate che il riferimento sia soltanto a Matteo Salvini e alla sua ormai nota passione per i travestimenti, sappiate che vi sbagliate di grosso. A imitare il leader della Lega, al quale sono state dedicate anche app in cui vestirlo a piacimento come una Barbie, è il premier Giuseppe Conte, che durante la visita del 5 febbraio al contingente italiano in Kuwait ha indossato divisa e cappellino dell’esercito. Nel suo caso, però, non si tratta di scelta personale: quando un’autorità istituzionale visita teatri delicati, come quelli in Medioriente, la divisa è obbligatoria per questioni di sicurezza.

Non è però la prima volta che tra le fila dell’esecutivo gialloverde si segnalano avvistamenti di questo tipo. Di Salvini, come detto, non si stupisce ormai più nessuno, dopo le versioni poliziotto, vigile del fuoco e via dicendo. Anche il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede si era infatti in passato fatto fotografare con la divisa della polizia penitenziaria, come riconoscimento al Corpo dopo l’arresto di Cesare Battisti. Una scelta che aveva scatenato non poche polemiche.Il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo, si è spinto più in là di tutti, indossando mitra e mimetica “per capire cosa si prova. Non si può parlare di equipaggiamento, se non lo si indossa”. Un siparietto andato in scena durante l’incontro con i vertici dell’Esercito per parlare degli sviluppi e delle criticità dell’operazione “Strade sicure”. Una vera e propria moda, considerando che il governo è in carica da meno di un anno, che però già in passato aveva fatto capolino.L’allora premier Matteo Renzi aveva indossato infatti a più riprese jeans e mimetica dell’esercito durante le visite ai contingenti all’estero, aprendo di fatto la strada ai suoi successori. Di diverso avviso era invece Silvio Berlusconi: l’unica concessione del Cav durante le sue esperienze di governo sono stati, infatti, i capelli d’ordinanza, senza mai rinunciare però alle eleganti giacche.

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