Nei giorni scorsi si è parlato molto della restituzione del bonus da 80 euro che riguarderà, si stima, circa 1 milione e mezzo di italiani. Sono quindi molti i contribuenti che hanno ricevuto il bonus pur non avendone diritto, e nelle ultime ore il focus dell’attenzione si è spostato in particolar modo su come si dovranno restituire questi soldi: a gettare nel panico l’opinione pubblica è il fatto che la restituzione dei soldi possa avvenire in un’unica soluzione tramite trattenuta diretta in busta paga o tramite il pagamento del modulo F24.
Diversi italiani, infatti, si sono già ritrovati con una busta paga davvero irrisoria perché hanno dovuto rimborsare in un colpo solo tutti i 960 euro annui ricevuti a titolo di bonus. Ma il governo, tramite il ministro Padoan, ha annunciato che il Ministero dell’Economia e delle Finanze sta progettando soluzioni alternative per permettere che il rimborso del bonus 80 euro possa aver luogo su basi un po’ più indolori.
La possibilità di rateizzare il tutto insomma potrebbe persino esserci, anche se Padoan ha lasciato intendere che non si tratta certo di una questione che verrà risolta nell’arco di breve: ciò significa che quanto meno per quest’anno, la restituzione dovrà avvenire quasi sicuramente per tutti in un’unica soluzione.
Come ha spiegato la Cgil di Modena, «il rischio che si prospetta per i contribuenti è che molti di loro, soprattutto quelli che hanno avuto redditi inferiori agli 8000 euro annui, neanche sanno di dover restituire il denaro. Chi ha questi redditi, infatti, normalmente non è tenuto a presentare la dichiarazione dei redditi e quindi non restituisce neppure il bonus. Tuttavia se l’Agenzia delle Entrate dovesse effettuare l’accertamento, il contribuente si ritroverebbe a dover restituire il bonus con tanto di sanzioni e interessi».
Insomma, tantissima confusione e improvvisazione, come sul canone Rai.
Matteo D’Apolito