Non sono del tutto perse le speranze per la sorte di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita in Siria dal 1982 e che nel 2013 era stato rapito da un gruppo di estremisti. Come scrive il Corriere della Sera, infatti, esiste la possibilità che stia bene e che venga offerto come scambio per la libertà di alcuni importanti leader dell’Isis accerchiati a est della città di Deir el-Zor, a ridosso del confine tra il Paese e l’Iraq.
Una piccola fiammella che si è riaccesa dopo alcuni rivelazioni fatte dal Times, citando fonti militari tra i curdi siriani che stanno portando avanti insieme agli americani quella che Donald Trump ha definito “l’ultima offensiva contro l’Isis”, destinata a suo dire a capitolare definitivamente nel giro di pochi giorni. Dalle trincee sarebbe arrivata la proposta di scambiare il 64enne italiano insieme ad altri ostaggi.
Tra questi anche un’infermerie della Nuova Zelanda e John Cantlie, giornalista inglese rapito nel 2012 e del quale non si hanno ormai più notizie certe dal 2016. Il nunzio apostolico a Damasco, Mario Zenari, ha reagito con grande gioia alla notizia: “Sarebbe bellissimo. E tutto può essere”.
Non è comunque da escludere che si tratti di una strategia per prendere tempo, e che i militanti del Califfato utilizzino ormai ogni possibile mezzo per confondere l’avversario, compreso far filtrare notizie sulla possibilità di scambi. In molti avevano sostenuto, in passato, che Dall’Oglio fosse stato ucciso poco dopo essersi recato a Raqqa, città all’epoca considerata la capitale dell’Isis.
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