Dopo aver inanellato una serie di gaffe che nemmeno il miglior Toninelli, l’uragano Di Battista torna in silenzio e sparisce dal vortice mediatico. Oltre alle gaffe, il problema di Dibba è stato il continuo fact checking effettuato sulle sue dichiarazioni che si sono rivelate immancabilmente delle fake news. Il suo sport preferito. È successo con il franco CFA in diretta da Fazio ed è successo anche durante la sua ultima sparata. Cosa ha detto stavolta?
Nella sua ultima apparizione in tv da Floris (quella in cui chiedeva l’applauso del pubblico) ha deciso di buttarsi sulle cifre. Quelle sbagliate. Per mostrare l’attivismo dei pentastellati in Parlamento ha affermato che “obiettivamente 9 proposte di legge su dieci vengono dal gruppo M5s”… Sarà vero?
Stanno davvero così le cose? Secondo i dati riportati da Pagella Politica i fatti dicono altro. Infatti al Senato su 964 iniziative di legge solo 219 sono state presentate dai grillini. Il peso sul totale delle proposte di legge è pari al 22,7 per cento. Non proprio 9 su 10. Le opposizioni a Palazzo Madama sono molto attive e Forza Italia e Pd fanno registrare 204 e 197 iniziative di legge.
La musica non cambia a Montecitorio. Qui dall’inizio della legislatura sono stati presentati 1.496 disegni di legge. I pentastellati ne hanno presentati 279, ovvero il 18,6 per cento. Hanno fatto meglio Forza Italia e Pd con 368 e 355 proposte.
Insomma quanto affermato a “Di Martedì” da Di Battista rappresenta una vera e propria “balla” buona solo per illudere gli elettori M5s… Dopo l’esposizione mediatica delle ultime settimane che ha acceso i riflettori sull’esuberanza del grillino e che ha dato vita anche a qualche “resa dei conti” tutta interna al Movimento, Dibba resta fermo ai box.
Non si è capito se per scelta o perché ce lo hanno messo. Le accuse di diversi esponenti grillini dopo la batosta alle Regionali in Abruzzo ha frenato l’irruenza (quasi sempre scomposta) dell’ex parlamentare. Dopo aver messo da parte gli attacchi contro Salvini, ha deciso di darsi alle fake news che comunque, ormai, sembrano non pagare più. Il Movimento, intanto, si avvicina inesorabilmente a scendere sotto il 20%.
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