Tra le migliori economiste del pianeta, una su dieci è italiana. E quasi nessuna di queste ha una cattedra nel nostro Paese. Se si scorrono le prime cento economiste del pianeta per numero di pubblicazioni e citazioni sul Ranking Ideas (l’indice mondiale di prestigio per l’economia e la finanza), si scopre che ce ne sono ben dieci italiane e che tutte (tranne una) insegnano all’estero. Dei geni dell’economia che l’Italia ha regalato al mondo. Ma perché questo è accaduto e continua a succedere? In una sua intervista con Repubblica, l’economista Lucrezia Reichlin, considerata la più importante studiosa italiana al mondo nonché classificatasi quest’anno in dodicesima posizione sul Ranking Ideas, cerca di spiegare il motivo di questo fenomeno: “Quando mi laureai a Modena, i dottorati in Italia praticamente non esistevano. E una volta entrati nel circuito delle università straniere, difficilmente si tornava in Italia”. Secondo la Reichlin, l’Italia non è solo un Paese difficile per le economiste, ma proprio per le donne in generale, che mostra ancora arretratezza e misoginia culturale.
Per tutte le ragazze che sognano di imitare quei geni femminili dell’economia espatriate all’estero, Sapienza raccomanda di pensare che “coloro che hanno fatto bene in Italia e all’estero, spesso lo hanno fatto nonostante le barriere che il sistema ha imposto loro. Quindi bisognerebbe congratularle due volte”.
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