L’arcivescovo dà le dimissioni, ma papa Francesco non le accetta. Il caso fa molti discutere, perché di mezzo c’è la questione pedofilia. “Posso confermare che il Santo Padre non ha accettato le dimissioni presentate dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione. Cosciente tuttavia delle difficoltà che vive in questo momento l’arcidiocesi, il Santo Padre ha lasciato il cardinale Barbarin libero di prendere la decisione migliore per la diocesi e il cardinale ha deciso di ritirarsi per un periodo di tempo e di chiedere al padre Yves Baumgarten, vicario generale, di assumere la guida della diocesi”.
Nonostante alcuni media francesi nella giornata di ieri avessero parlato di dimissioni accettate da parte del Papa, in realtà non è stato così.
Una dichiarazione del direttore ad interim della Santa Sede Alessandro Gisotti di oggi spiega che Barbarin si ritira dalla guida di Lione seppure il Papa abbia respinto la sua richiesta di lasciare a seguito della condanna di primo grado a sei anni di carcere per aver coperto abusi sessuali su un minore perpetrati da un sacerdote della sua diocesi. La notizia dimostra come sostanzialmente Francesco creda nella innocenza del cardinale, o che comunque abbia preferito, su un caso sul quale Oltretevere i giudizi sono discordi, arrivare alla sentenza di appello prima di avallare una sua rinuncia.
Ieri Barbarin è stato in udienza privata dal Papa. L’incontro è stato dunque decisivo per arrivare alla decisione di oggi grazie alla quale, in ogni caso, il porporato francese fatto cardinale nel 2003 da Giovanni Paolo II si fa da parte.
Contro Barbarin si sono mosse personalità importanti della Chiesa. Fra queste Pierre Vignon, giudice ecclesiastico delle province di Lione e Clermond-Ferrand, da qualche mese licenziato dopo venticinque anni di servizio. È stato lui a lanciare una petizione per chiedere le dimissioni di Barbarin. Il sacerdote francese ha deciso di compiere questo passo dopo l’intervento di Francesco sui tanti casi di pedofilia in America.
“Ammettiamo che non abbiamo saputo stare dove dovevamo stare – ha scritto il Pontefice –, che non abbiamo agito in tempo riconoscendo la dimensione e la gravità del danno che si stava causando in tante vite. Abbiamo trascurato e abbandonato i piccoli”.
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