Mara Carfagna a Verona non ci sarà. Il Congresso delle Famiglie voluto e sponsorizzato dalla Lega, che vedrà sfilare i vertici del partito, non le appartiene. Rispetta l’opinione di che prenderà parte alla discussa kermesse ma, dice, non è d’accordo con le tesi di “una realtà residuale, che rappresenta un passo indietro. Penso ad esempio all’attacco alla legge 194 sull’aborto o alla legge sulle unioni civili. Sono minoritari anche rispetto al mondo cattolico”.
Attraverso le pagine del Corriere, l’azzurra si rivolge direttamente alla componente femminile del Carroccio: “Mi domando dove siano le donne leghiste. Non ne ho sentita neanche una difendere quelle tesi. Forse perché loro conoscono quali sono i veri problemi delle donne italiane, e non sono quelli trattati a Verona. Non vorrei che un’adesione così rumorosa a un congresso che fa da grancassa a tesi ideologiche, da parte di un partito che ha il 30% dei consensi, sia data per nascondere altro”.
Per la Carfagna la Lega resta equilibrata finché, come in tante amministrazioni, è costretta a rapportarsi con Forza Italia, controparte moderata. Con i Cinque Stelle, invece, “dà il peggio di sé”. “Dovrebbero governare e prendere decisioni che, invece, non ho visto. Per dire, nel reddito di cittadinanza si poteva prevedere un assegno più robusto per le famiglie numerose. Oppure nella quota 100 uno sconto di un anno per ogni figlio a carico”.
Infine un commento sulla bagarre in Aula al momento della discussione sul revenge porn: “Abbiamo fatto un gesto contro la sordità del governo che ha bocciato l’emendamento sul revenge porn sul quale, nel merito eravamo tutti d’accordo. Solo per presentare un ddl identico al Senato e assumersene la paternità”.
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