Leo Messi sarà pure un fenomeno, ma non chiamatelo Dio. Parola di papa Francesco che su questo sembra intransigente. Il monito arriva direttamente dalla sua bocca. Il pontefice ha parlato del campione argentino in un’intervista alla Sexta. “In teoria è un sacrilegio, non si può dire. E io ovviamente non credo che sia un Dio. Voglio dire, la gente dice che Messi è Dio come per dire ‘ti adoro’. Sono espressioni della gente, dei tifosi”.
E poi ha aggiunto: “Certo, è popolare dire che è un Dio con la palla in campo e questo si può dire ma si tratta solo di espressioni popolari. È anche vero che è bello vederlo giocare, ma non è Dio”. Detto questo, resta il fatto che Papa Francesco, comunque, è un grande amante del calcio e la sua storia di passione per questo sport è incredibile…
È tifosissimo del San Lorenzo, club argentino fondato nel 1908 con la benedizione di un prete, don Lorenzo Massa. Il papa ha persino la tessera associativa, numero 88235N-0. Una passione nata durante l’infanzia, nell’era mitica del terceto de oro Farro-Pontoni-Martino (che vinse lo scudetto del 1946), e conservata nonostante i viaggi e la “carriera” lo abbiano portato lontano da Buenos Aires.
Alla distanza geografica, si aggiunge poi il digiuno televisivo: sono quasi 26 anni che il Papa non vede in tv i suoi idoli in azulgrana. Il piccolo schermo Bergoglio lo ha spento nel luglio del 1990: una mattina di inverno australe, per onorare un fioretto, promise alla Virgen del Carmen che non avrebbe più acceso l’elettrodomestico portato in Argentina da un imprenditore di origini bulgare, Jaime Yankelevich.
Una promessa che ha conosciuto un solo “strappo”, l’11 settembre del 2001, e prodotto una conseguenza che, a pensarci, ha dell’incredibile: Papa Francesco dev’essere l’unico argentino vivente a non aver mai ammirato Messi con il pallone tra i piedi. Prima di salire al soglio pontificio, Bergoglio seguiva la sua squadra per radio. Ora, non ha nemmeno quella consolazione. Così, sembra che abbia assegnato a un gruppo scelto di Guardie Svizzere il compito accessorio di aggiornarlo in tempo quasi reale dei risultati del San Lorenzo.
Pare addirittura che il Santo Padre, negli spiragli di tempo libero che gli lasciano viaggi, incontri e preghiere, riempia intere risme di quaderni con i risultati, le statistiche e i marcatori della squadra allenata da Pablo Guede e guidata, in campo, dall’ex catanese Pablo Barrientos. Una “furia” compilatoria che vuole forse compensare il rammarico di non poter seguire da vicino i propri eroi. Eroi, non dèi.
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