Vai al contenuto

Eduard, nato a Cuneo ma non ha la cittadinanza: “Non posso rappresentare l’Italia agli europei”

Essere giovani, vincenti e sognare gli Europei. Ma nascere e crescere in Italia oggi non basta per essere italiani. Eduard Cristian Timbretti Gugiu a 5 anni ha messo piede in piscina, da allora non ha più abbandonato la sua grande passione: il nuoto e i tuffi. Oggi ha 16 anni e il sogno di poter partecipare alle competizioni internazionali. Ma nonostante il suo grande talento per poter accedere a quelle gare c’è bisogno di un pezzo di carta che dica che Eduart è italiano.

Già, perché Eduard, nato e cresciuto in Italia, italiano non è. Figlio di due romeni, da ben due anni attende la cittadinanza. “La richiesta è stata fatta a dicembre 2016, tutto doveva chiudersi entro il termine massimo di dicembre 2018, ma con il decreto sicurezza i tempi si sono allungati. Speriamo arrivi per i campionati europei”.

Il padre spiega: “Siamo in Italia dal 1993, mio figlio è nato a Cuneo, è cresciuto qui, è totalmente italiano. Abbiamo sperato nello Ius Soli, ma non è arrivato. A quel punto, dato che si tende a minimizzare i meriti sportivi nelle discipline considerate di nicchia come i tuffi, abbiamo deciso di procedere da soli”. La richiesta per la cittadinanza è una procedura che ha un costo, che in alcuni casi e per famiglie con un reddito modesto, può incidere notevolmente.

Oltre il contributo unificato di 200 euro, ci sono poi i costi della documentazione da presentare in ambasciata. “Abbiamo fatto quello che era possibile fare per minimizzare i costi. La politica ha influito un po’ troppo nella nostra vita. Ma mio figlio queste cose qua le ha sofferte un pochino”.

La stessa amarezza è condivisa da Eduard: “Sono deluso, ci vuole molto più tempo di quanto pensassi e sono passati più di due anni. Vorrei che la cittadinanza arrivasse il prima possibile. Speravo di poter fare qualcosa quest’anno come le gare internazionali, per le quali ho fatto anche un buon punteggio, solo che non è arrivata. Ho perso l’opportunità di gareggiare”. Eduard vorrebbe rappresentare l’Italia ai campionati europei ma questa cittadinanza sembra non arrivare più.

“Quando ero più piccolo non la vedevo come una cosa brutta, ho iniziato ad accorgermene 3 anni fa quando c’erano le gare importanti e non potevo gareggiare. Io mi sento italiano a tutti gli effetti, se non fosse per lo sport nemmeno ci penserei, i miei amici, le mie compagnie, mi sento italiano al 100 per cento”.

 

Ti potrebbe interessare anche: “Siamo razzisti e fascisti”, e non le affittano casa: lei è italiana con mamma ugandese