Un disastro dietro l’altro. Adesso si è seccata anche la siepe a forma di lupa voluta dalla Raggi per abbellire Roma. La capitale è in un triste declino. Dopo Spelacchio, gli arresti, la monnezza ovunque, le scale mobili accartocciate, le metropolitane chiuse, le buche, le voragini, gli alberi che cadono, etc. etc., ora un altro simbolo sta per essere smantellato. Le migliorie che l’amministrazione grillina di Roma ha cercato di apportare a piazza Venezia non sono state favorite dalla buona sorte.
Sempre che di migliorie si possa parlare… La sindaca Virginia Raggi cosa dirà ora ai cittadini della capitale? In campo ci sono le sempreverdi ipotesi del complotto e quella dell’inellutabilità degli eventi che ai grillini piacciono tanto. Ai pentastellati non dovrebbero suonare troppo nuove.
Ricorderete la vicenda di Spelacchio? Bene, nella medesima posizione dell’albero natalizio più celebre d’Italia, era stata posizionata una composizione ritraente la lupa capitolina. Ma la siepe, che era stata presentata con grande enfasi dalla giunta del MoVimento 5 Stelle, si è seccata. A darne notizia, tra gli altri, è stato il Messaggero. Quella zona della piazza è già stata adibita con altro.
I tanti turisti non potranno più ammirare “Orsalupa’, che era stata ribattezzata così da chi, guardando l’opera, era solito associarla a un’orsa, piuttosto che al simbolo per eccellenza delle origini della romanità. Ma queste sono minuzie. Il motivo della rimozione è presto detto. Un commento è arrivato dal direttore del dipartimento dell’Ambiente: “Queste siepi sono delicate, se le lasciamo in una piazza o in una via si sciupano, non è come sistemarle in un vivaio o in un’esposizione che dura al massimo una decina di giorni”.
La domanda è conseguenziale: chi ha scelto allora di piazzarla proprio in quel punto? Che certo non può essere definito come non esposto. Di sicuro non è stata Fortuna, la dea a cui pantheon della religione classica attribuiva il potere sulla casualità. Il primo cittadino Virginia Raggi, però, non è disponibile a mollare la presa. A Roma, nello stesso luogo, gli operatori comunali collocheranno una seconda lupa capitolina.
I grillini, che non hanno un rapporto idilliaco con questa storia delle piante di piazza Venezia, non demordono. Sperando, magari, che l’amministrazione non sia obbligata a rimuovere il tutto dopo meno di dodici mesi. C’è pure un principio di par condicio calcistica: è stato annunciato l’arrivo di un’aquila imperiale. Quanto durerà questa?
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