Si è trasformato in un caso, l’insediamento del consiglio regionale sardo. Ma la politica c’entra poco o niente. Decisamente più rilevanti, le dimensioni abbondanti della capogruppo Cinque Stelle Desirè Manca, finita nella bufera per essersi presentata in aula con un look non troppo sobrio: un body vedo-non-vedo sotto un tailleur blu elettrico che mostrava una generosissima scollatura. Le foto e i video postati su Facebook nel giro di pochi minuti hanno fatto il resto.
Alla fine è scesa in campo lei, Desirè, che in un’intervista a Repubblica ha parlato di un “attacco strumentale a una donna che fa politica con il Movimento”. “Questa pubblicità quasi offende il mio essere donna e la mia libertà di esserlo. C’è una visione maschilista, anche da parte delle donne. Ho ricevuto più attacchi femminili che maschili. Forse soffrono perché non possono osare. Io invece lo faccio, uso trasparenze da sempre e sempre le userò”.A chi l’ha accusata di aver mancato di rispetto alle istituzioni, la donna ha replicato: “Non esiste alcun regolamento che vieta il tulle, altrimenti mi sarei adeguata. Io in consiglio porto le mie idee, anche con la mia fisicità. Non mi vesto per apparire, ma per essere. Essere me, senza complessi”.La Manca ha sminuito la vicenda, parlando di un caso buono per farsi una risata. Agli utenti che hanno esagerato con i commenti, alle volte anche decisamente volgari, ha però fatto sapere di essere pronta a denunciare: “A gennaio ho querelato un follower che sotto una mia foto parlava di ‘cupola della cittadinanza’. Non escludo ulteriori querele. Lo faccio come madre, innanzitutto”.
Casapound e il raduno fascista in centro a Milano: Sala dice stop, ma è polemica