Un appello a mollare Salvini, cercando un percorso alternativo alla Lega senza più corteggiarne il leader. Indirizzato a Silvio Berlusconi e firmato da quel Gianfranco Rotondi che del Cav era stato ministro senza portafoglio per l’Attuazione del Programma di Governo. Un messaggio pubblicato da Lettera 43 in cui l’avventura politica di Forza Italia è descritta come “tutt’altro che finita”, anche se si riconosce che “la balena azzurra ha bisogno di soccorso”.
“Ti segnalo – scrive Rotondi a Berlusconi – un rischio e un’opportunità per Fi e per il Paese. Il rischio è il populismo, e lo denunci Tu ogni giorno. Ma il rimedio non è un centrodestra guidato da Matteo Salvini, perché la nuova Lega del disegno populista è cuore e motore. Salvini è un politico intelligente e una persona perbene. Ma costruisce il consenso su parole d’ordine che non sono le nostre. Noi siamo popolari, lui populista. Noi siamo una forza nazionale, lui è diventato nazionalista”.
Rotondi, che si dice fiero di essere dipinto dalla stampa come “l’ultimo della Dc rimasto fedele a Berlusconi”, rimarca poi ancora le distanze che separano il mondo di Forza Italia da quello di Salvini: “Noi abbiamo pianto con Te in Puglia davanti alle salme dei migranti, lui ci ha edificato sopra un impero elettorale. Noi siamo laici e rispettosi del magistero della Chiesa, lui vagheggia, nel personale viaggio da Pontida a Verona, un cattolicesimo alternativo, incarnando quasi una versione italiana dell’arcivescovo di Canterbury”.
“Hai scelto il Ppe, e Ti prepari a essere il membro più eminente e autorevole del prossimo parlamento europeo. Io Ti chiedo di conquistare una medaglia in più in questa campagna elettorale: il Ppe gioca in Italia la partita più difficile, perché qui l’avversario sovranista abita al governo. Il confine tra Europa e barbarie è qui, e lo puoi difendere solo Tu. Basta rincorrere Salvini a destra. Basta invocare un centrodestra che non c’è più. Il futuro è popolare, in una autonomia né superba né velleitaria, ma doverosa e affascinante”.
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