Il ministro dell’Economia Tria conferma quanto messo nero su bianco dal Def: l’aumento dell’Iva da circa 23 miliardi legato alle clausole di salvaguardia per il 2020. “La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”, la formula con la quale il ministro descrive il quadro. Una missione difficile, quella di trovare altre risorse, anche perché – come ha confermato l’Ufficio parlamentare di bilancio – la prossima Manovra partirà già da 25 miliardi di impegni, se si vorranno sterilizzare la clausole.
Intanto, “lo scenario tendenziale incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021″. Ma il vice presidente del Consiglio, Luigi Di Maio si affretta a precisare: “Con questo governo non ci sarà nessun aumento dell’Iva, deve essere chiaro”.
“Fermo restando che ci sono già soluzioni sul tavolo volte ad evitare un aumento”. Concetto, questo, ribadito anche dal ministro dell’Interno Matteo Salvini: “L’iva non aumenterà. Punto. Questo è l’impegno della Lega. Siamo al governo per abbassare le tasse, non per aumentarle come hanno fatto gli altri governi”. Rispondendo alle domande dei parlamentari, Tria ha aggiunto: “Confermo quello che è scritto nel Def: valuteremo misure alternative” all’aumento dell’Iva.
Ma “è inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi”. E ha ancora precisato: “Nel Def viene affermato che tutto ciò che verrà fatto dovrà confermare la compatibilità degli obiettivi di bilancio e questo è molto importante ribadirlo”.
Confermata anche la vaga intenzione di una tassa piatta: “La legge di Bilancio per il prossimo anno continuerà il processo di riforma dell’imposta sui redditi, la cosiddetta flat tax, e di generale sistemazione del sistema fiscale per alleggerire il carico sui ceti medi. Le tendenze dei primi due mesi mostrano dati incoraggianti, la produzione ha invertito il trend negativo e ha segnato due incrementi rilevanti a gennaio e febbraio con l’indice destagionalizzato superiore dell’1,3% al livello medio del periodo precedente”, ha ricordato Tria ripercorrendo i dati Istat.
“Segnali positivi arrivano anche dall’indice del settore terziario. Tutti elementi che lasciano ritenere che la previsione di crescita per il 2019 sia equilibrata e conferma in tal senso è arrivata ieri dall’Efficio parlamentare di bilancio che ha validato il quadro programmatico“. Secondo Tria, insomma, il governo “non ha affatto peccato di eccessivo ottimismo come alcuni sostengono”.
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