Le due squadre che hanno sorpreso il mondo, Ajax e Tottenham, riuscite ad arrivare fino alle semifinale di Champions League eliminando club ben più accreditati per la vittoria finale. Accomunate, entrambe, da un simbolo, la stella di David, non a caso comparsa durante i festeggiamenti delle rispettive tifoserie. A raccontare la storia che accomuna le due società è Enrico Mentana attraverso le pagine di Open, ricordando come gli olandesi siano “quelli del ghetto”.
In un volume recente, “Ajax, La squadra del ghetto” di Simon Kuper, storico dello sport, si racconta come il calcio sia stato uno dei luoghi “in cui l’Olocausto e la vita quotidiana si sono incontrati” e di come chi voleva accedere allo stadio doveva necessariamente passare per il ghetto. Calciatore mitico dell’Ajax degli anni immediatamente precedenti alla guerra era lo statunitense Eddie Hamel, ala destra che poi morì ad Auschwitz il 30 aprile 1943, insieme a molti suoi tifosi. Lo storico telecronista dell’Ajax dell’epoca, il più celebre del Paese, era Han Hollander. Anche lui ebreo, fu anche lui deportato e ucciso in un lager.Una storia simile, cioè il legame con il ghetto ebraico della città è, come abbiamo visto, quella del Tottenham. Se nel suo passato non ci sono però le persecuzioni naziste, non manca l’intolleranza antisemita. Più che come “Sprurs” (gli speroni, dal simbolo della squadra, il gallo) i tifosi della squadra londinese sono infatti noti con il nomignolo di “yids”, un termine dispregiativo gergale per indicare gli ebrei.Il più importante gruppo ultrà della città sono gli “Yid Army”, L’armata ebraica, che assume orgogliosamente l’appellativo attribuitogli dagli avversari. Anche se oggi solo il 5% dei tifosi del Tottenham è di religione ebraica e il ghetto non ha più la matrice connotativa di un tempo, le bandiere con la Stella di David non mancano mai al White Hart Line.
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