Così iperconnessi ma anche altrettanto iperdistratti: in un epoca in cui anche solo parlare al telefonino può consumare tutte le nostre capacità cognitive, lasciando poca o nessuna consapevolezza di ciò che ci accade attorno, le nostre tasche indifese restano alla mercé dei borseggiatori molto più di quanto non fossero in passato. Dalle notizie riportate sul Corriere della Sera, in questi ultimi anni tutte le grandi città degli Stati Uniti stanno registrando un’impennata di denunce per borseggio: nel 2018, a Chicago, l’aumento è stato del 13% rispetto all’anno prima, mentre secondo la rivista americana The Atlantic, nella sola Manhattan le denunce per furto sono salite l’anno scorso del 15%. Dalle indagini della polizia locale, dietro questi furtarelli ci sono spesso le giovani gang latino-americane che, abili nel lavorare in squadra con uno che fa da palo e individua il malcapitato, un altro che lo raggiunge da dietro e con abilità gli sfila il portafogli e un terzo che velocemente si allontana con la refurtiva, riescono da soli o in gruppo a rubare dalle tasche delle loro vittime la refurtiva.
Gli americani hanno continuano ad avere in tasca i bigliettoni verdi, che sono ancora il metodo di pagamento più diffuso in Usa; così come sono diffuse le carte di debito, che non hanno gli algoritmi antifurto delle carte di credito. I giovani borseggiatori, poi, hanno fatto gli occhi lunghi e molti di loro hanno affiancato alla destrezza di mano l’abilità a identificare da una certa distanza il Pin digitato in un bancomat.
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