Una polemica forte, quella che ha segnato il Salone del Libro di Torino. Con l’allontanamento di Altaforte, casa editrice vicina al mondo di CasaPound e dell’estrema destra che doveva presentare un libro su Matteo Salvini e che invece, alla fine, è stata esclusa dopo che tanti artisti avevano annunciato il loro forfait in caso di presenza dell’ospite “scomodo”. Ma a far discutere non è soltanto il caso in sé, quanto piuttosto il legame esistente tra il leader della Lega e il mondo dei cosiddetti neofascisti.
Come scrive Adriano Sofri sul Foglio, “la novità, per chiamarla così, e comunque il tratto distintivo della condizione attuale non sta nella casa editrice Altaforte e nel suo titolare fieramente fascista, bensì nel fatto che l’uomo forte del governo italiano abbia pubblicato il suo libro-intervista a una giornalista da quella casa editrice. Il libro ha avuto la sorte di uscire, ad abbondanza, all’indomani del 25 aprile negato, rinnegato, da Salvini”.
“Anche questo è ‘sempre successo’? Un uomo forte democristiano avrebbe tranquillamente pubblicato la propria biografia presso una casa editrice di Ordine Nuovo o di Avanguardia Nazionale o di Franco Freda? Hanno fatto anche di peggio, gli uomini forti democristiani, lo so: ma di nascosto. La discussione sul Salone di Torino è una mera distrazione se si incentra sullo stand di un gruppo fascista: al suo centro sta la combinazione fra il gruppo fascista e un vicepresidente del governo e titolare diurno e notturno del Viminale. Questa, mi pare, è la cosa che sfugge, e andrebbe riacciuffata in tempo”.
“Ho una postilla – conclude Sofri – La stimolante riscoperta del concetto di percezione si è presto e spesso evoluta in un alibi all’opportunismo politico, in tutti i campi. I rom percepiti eccetera. C’è un unico argomento sul quale la percezione viene metodicamente ignorata: il fascismo percepito. Penso che bisogni lavorarci ancora, alla distanza fra i fatti e la loro percezione”.
“Salvini ha appena offerto due esempi smaglianti del riaggiustamento delle percezioni. Siccome non rimpatria i 500 o 600 mila stranieri irregolari che aveva contato prima delle elezioni, li ha ricontati ed è venuto un totale di 90 mila. Siccome si spara per le strade e non aveva fatto altro che allarmare la gente sulla sicurezza e promettere una scorta a ciascun italiano qualunque (bastava toglierla a Saviano) ora ha ricontato i crimini ed è venuto un totale rassicurante: violenze sessuali un terzo in meno, i furti il 21 per cento in meno, e così via. Morale: affidiamoci alle percezioni di Salvini, e saremo fuori dalla crisi. Da tutto. Saremo fuori”.
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