Brexit. Il Parlamento ha chiesto che venga implementata una «procedura rapida e coerente» per la fuoriuscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea. L’assemblea che si è riunita ieri ha votato a larghissima maggioranza: 395 voti a favore, 200 contrari e 71 astenuti. Con questo voto, quindi, passa il progetto di far uscire Londra dal gruppo Ue quanto più velocemente possibile.
A votare contro questa accelerazione dei tempi sono stati i 17 europarlamentari del Movimento 5 Stelle, l’Indipendence Party di Nigel Farage, la Lega Nord di Matteo Salvini, il Front National di Marine Le Pen e naturalmente euroscettici e destra neofascista.
Entrando al vertice Ue sulla Brexit, il primo ministro inglese David Cameron ha dichiarato: «Voglio che si avvii un processo costruttivo e con un risultato altrettanto costruttivo, perché lasciamo la Ue ma non voltiamo le spalle alla Ue, con questi Paesi siamo partner, amici, alleati. Vogliamo un rapporto stretto in termini di cooperazione, commercio e sicurezza».
Ma le intenzioni non sembrano effettivamente queste, quanto meno da parte dell’asse Renzi, Merkel e Hollande dal cui vertice di ieri è emersa una posizione unanime: l’uscita della Gran Bretagna dovrà avvenire velocemente e non dovrà dar modo di pensare che possano esserci sconti, ripensamenti, o toni morbidi. In sostanza, l’Europa non può affatto permettersi di far credere agli altri stati membri che ci sia la possibilità di uscire dalla Ue e intanto di continuare a tessere affari e a godere di certe “comodità” anche rimanendosene fuori.
Viviana Bottalico