Interferenze dall’estero, diffusione di fake news e manipolazione dell’informazione: chiuse 23 pagine Facebook che hanno costantemente diffuso materiale ingannevole, bufale, disinformazione politica agli utenti contribuendo ad alterare la loro percezione della realtà. Dietro le quinte personaggi senza scrupoli, alcuni di questi legati politicamente a Lega e Movimento 5 Stelle, che alimentavano odio e rabbia attraverso video e meme. Roberto Saviano è una delle vittime preferite, come Matteo Renzi, così come tutte le figure che vanno contro il pensiero dei due partiti di governo.
Nella galassia della disinformazione non importava l’origine del falso, l’importante era colpire e farlo nella maniera più devastante possibile usando tutti i canali disponibili e a discapito degli stessi utenti usati come “bestie da mandare al macello”.
Tra le pagine Facebook debellate dal social c’è quella gestita dagli attivisti pentastellati di lungo corso, parte integrante dello staff del partito durante le manifestazioni nazionali. Vogliamo il Movimento 5 Stelle al Governo era gestita da Adriano Valente, un grillino che da anni viene identificato per la sua attività social bufalara e diffamatoria. Le ultime notizie false sull’universo grillino riguardano la Civil War con la Lega Nord e in particolare le foto ritoccate di Matteo Salvini sul tema No-Tav. In questo caso però le immagini provengono da un’altra pagina Facebook, non ancora bloccata: Italia senza Renzusconi.
Tra i network delle pagine citate dal report di Avaaz, la Ong che ha segnalato le violazioni a Facebook relative alle pagine che sono poi state rimosse, troviamo nomi assai noti nel panorama bufalaro. Tra queste c’è Catena Umana dell’omonimo sito Catenaumana.it, ma il network di proprietà del suo gestore è assai più vasto e l’aver bloccato solo quella pagina non darà effetti significativi. La rete è composta da pagine ancora attive come Quello che non sai con circa 21 mila fan.
Nel report di Avaaz viene anche citato il network di KontroKultura, già noto per le bufale diffuse con siti come LiberoGiornale trattati nel report “la Piovra delle panzane”, così come il network di Adesso Basta. Viene riportata anche una bufala storica che funziona sempre, quella del video dell’auto dei carabinieri che viene assalita da presunti migranti.
Tra i più attaccati, con notizie false, l’ex premier Matteo Renzi, che ieri ha commentato così la notizia: “Qualcosa si muove, finalmente. Qualche anno fa denunciai pubblicamente le pagine Facebook che rilanciavano fake news. Oggi, dopo mesi, dopo il referendum e le elezioni, finalmente pagine con milioni di visualizzazioni per notizie false e diffamanti sono state CHIUSE. Un primo passo. Ma non basta e noi continueremo a combattere”.
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