“Non sei il benvenuto”. Uno striscione apparso all’improvviso e rimosso in un istante, poco prima dell’arrivo di Salvini nel bergamasco. Uno dei tanti episodi andati in scena nel recente passato e che sembrano ormai tutti uguali, un ripetersi infinito di situazioni analoghe o quasi. A intervenire sono sempre le forze dell’ordine, che in alcuni casi hanno anche sequestrato i cellulari dei manifestanti. Considerando che il leader della Lega è quasi sempre in giro per le città d’Italia, non è facile immaginare quanto facilmente il copione rischi di ripetersi.
E poi gli hashtag, che da giorni si trovano sulle bacheche dei vari social network. #Stressasalvini #salvinitoglianchequesto sono le espressioni di protesta contro queste misure che limitano la libertà di espressione e di dissenso. Secondo l’art. 72 della legge 26 del 1948, “Chiunque con qualsiasi mezzo impedisce o turba una riunione di propaganda elettorale, sia pubblica che privata, è punito con la reclusione da uno a tre anni”. E in casi di effettivo turbamento la polizia deve intervenire. Per Salvini, si aspettano tempi davvero difficili.
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