Anni fa Mara Carfagna era considerata suo malgrado il simbolo della mala politica berlusconiana, bollata come l’ennesima starlette trapiantata dal mondo dello spettacolo a quello della politica senza particolari meriti e, anzi, accompagnata dal lungo corollario di facili battutine maschiliste che puntualmente colpivano le donne di Forza Italia (solo quelle di bell’aspetto, ça va sans dire). Oggi, più o meno un decennio dopo, la prospettiva si è radicalmente rovesciata e in molti si sono riscoperti sfegatati sostenitori dell’attuale vicepresidente della Camera dei deputati nella sua personalissima battaglia: quella contro la Lega.
Nelle scorse ore ha invitato i colleghi a smetterla con i selfie tra i banchi, precisando: “non siete in gita scolastica”. In passato aveva ricordato a Salvini in diretta che “le regole valgono anche per lei, anche se le sembrerà strano. Non può attaccare il Parlamento” dopo una serie di battutine sopra le righe del vicepremier dimentico del suo ruolo.Pacata, in un’epoca in cui l’urlo social è marchio di fabbrica della comunicazione di ogni politico di spicco. Progressista, rispetto a tanti colleghi ancorati all’idea di “famiglie tradizionali”. Mai gelida, come dimostrato dai sentiti appelli all’affrontare il tema dell’immigrazione con il cuore in mano, unendo “rigore e umanità”. Mara oggi piace. Non solo a chi, da destra, non salta sul carro leghista. Ma anche a una sinistra che continua a non trovare coinvolgente la proposta zingarettiana.
Ad aiutare la Carfagna nella sua ascesa, il costante suicidio dei rivali interni. Tajani, incappato in una gaffe sul Duce e le “cose buone” del Ventennio, si è ritirato su posizioni più vicine a quelle salviniane. Toti, altro “delfino” di Silvio, si prepara direttamente al salto tra le file verdi. Lo stesso Berlusconi sventola ormai bandiera bianca, parlando di fusione con la Lega e liquidando il suo partito. Mara, invece, non ci sta. Forza Italia o meno, vuole portare avanti la sua battaglia per una destra diversa, alternativa a quella sovranista.Ora, però, per Mara si avvicina il vero e proprio banco di prova. Con l’ipotesi sempre più consistente di uno strappo Lega-Cinque Stelle, sarà di fronte a una scelta: tornare all’ovile e deludere le aspettative di chi sognava, con lei, una destra europeista e liberale o andare avanti per la sua strada, provocando una frattura con Salvini dalla quale far nascere una nuova leadership.
La Carfagna sembra decisa a non mollare, e le ultime punzecchiature al ministro dell’Interno (“Roma è invasa dalla spazzatura e lei, invece di agire, ci scherza su”) rimarcano un solco già tracciato. A fare il tifo per lei, da sinistra a destra, tutti gli italiani che rivendicano con orgoglio la propria posizione di “moderati”.
Selfie in aula, la Carfagna sbotta: “Vi ricordo che non siete in gita scolastica”