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Finanziamento, equipaggio, soccorsi: così funziona la Sea Watch

Si parla molto,in questi giorni, della Sea Watch, l’organizzazione non governativa umanitaria tedesca fondata a Berlino a fine del 2014 da Harald Höppner e che è recentemente entrata in una feroce polemica con Matteo Salvini, contro il quale ha già annunciato di voler sporgere denuncia per diffamazione. Ma di preciso, come opera l’ong che sul suo sito dichiara di avere come scopo la “ricerca e salvataggio in mare” nella regione del Mediterraneo?

A spiegarlo è il Corriere della Sera, che ha raccontato come agiscono, nel dettaglio, gli attivisti. La Sea Watch si finanzia tramite donazioni, con un registro pubblicato online: nel 2018 l’incasso complessivo è stato di un milione 797.388,49 euro a fronte di spese per un milione 403.409,26 euro: Il 55,9 per cento, pari a circa 784 mila 210 euro, è andato al finanziamento della Sea Watch 3, la nave battente bandiera dei Paesi Bassi che è gestita direttamente dall’ong di Berlino.A oggi la Sea Watch sostiene di aver effettuato il salvataggio di oltre 35 mila persone. I problemi con l’Italia sono iniziati quest’anno, il 9 gennaio, quando dopo l’ennesima trattativa tra i Paesi Ue per ripartirsi le quote dei migranti salvati la Sea Watch 3 era stata autorizzata a sbarcare a Malta. Dopo un duro confronto notturno tra Salvini e il premier Conte, il nostro Paese aveva accettato di prendersi in carico una quota dei migranti a bordo della nave ong, grazie alla disponibilità della Chiesa valdese, ma senza oneri per lo Stato.Il penultimo braccio di ferro risale invece al 19 maggio: mentre Salvini in diretta tv da Massimo Giletti (su La7) negava lo sbarco alla Sea Watch 3, che si trovava alla fonda a Lampedusa con 47 migranti, il procuratore di Agrigento invece l’autorizzava, pur disponendo il sequestro probatorio della nave e l’apertura di un’indagine per favoreggiamento dell’immigrazione nei confronti del suo comandante, Arturo Centore. La stessa procura, però, facendo infuriare Salvini, il primo giugno decideva per il dissequestro e il 10 giugno la Sea Watch 3 lasciava Licata. Nelle scorse ore, infine, l’ultimo scontro.

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