La giustizia sarà riformata in tre step: subito il disegno di legge per accelerare i tempi del processo penale e far entrare in vigore il blocco della prescrizione da gennaio 2020. Poi una nuova legge sulle intercettazioni, sulla quale il Guardasigilli Alfonso Bonafede apre le consultazioni con i giornalisti già venerdì, e che cambi pagina rispetto alla legge da lui bloccata dell’ex Guardasigilli Andrea Orlando. Infine un nuovo sistema elettorale per il Csm, da delegare però al Parlamento.
Perché, secondo Bonafede, le nuove regole, soprattutto in questo momento particolarmente grave per la magistratura, devono ottenere il voto di tutti e non essere di una sola parte. Domani allo stesso tavolo ci saranno Bonafede, la collega leghista Giulia Bongiorno, quasi certamente Salvini, nonché il padrone di casa, il premier Giuseppe Conte.
Le indiscrezioni documentano che la riforma del processo dovrebbe incidere soprattutto sui tempi del dibattimento, dal sistema delle notifiche, all’uso delle tecnologie informatiche per il passaggio degli atti (niente più carta tutto trasmesso online), nonché a una stretta consistente sui tempi di indagine. In particolare l’obbligo, per i pubblici ministeri, di rispettare i limiti previsti per la chiusura delle indagini e quindi la decisione da assumere sul destino degli imputati.
Nessuna proroga dunque. Proprio su questo lo scontro con l’Anm è assicurato, perché i magistrati già protestarono con le regole più stringenti inserite da Orlando nella sua riforma del processo penale. Sulle intercettazioni l’idea di Bonafede è di rendere pubblicabile, anche in tempi stretti rispetto al deposito delle carte, tutto quello che ha un interesse pubblico, chiudendo invece la via ai testi che riguardano fatti privati.
Per questo il ministro incontrerà venerdì Ordine dei giornalisti e Fnsi. Ma la Lega proprio sulle intercettazioni vuole mettere paletti molto più stringenti, bloccando l’uscita delle carte nella prima fase delle indagini.
Sui tempi e sul contenuto della manovra sulla giustizia sarà però determinante il vertice di domani, perché la Lega potrebbe chiedere una contestualità di tutta la riforma, processo penale, intercettazioni e legge elettorale per il Csm. Ma, obiettano da Giustizia, sarebbe un testo monstre che potrebbe solo creare problemi di gestione parlamentare.
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