Lega-Cinque Stelle, una sfida infinita. Fatta di punzecchiature, attacchi, provocazioni. Che poi rientrano puntualmente, sotto la bandiera della comune sfida all’Ue. Ma che lasciano strascichi. Ad andare alla carica è stato infatti nelle scorse ore Massimo Garavaglia, viceministro leghista all’economia, che ha aperto il confronto parlando della flat tax e delle risorse per metterla in campo.
Garavaglia, parlando a Circo Massimo su Radio Capital, ha affermato di non voler parlare delle coperture perché altrimenti “Di Maio le ruba: loro non dicono quelle per il salario minimo e per le riduzioni dei contributi”. Poco dopo è arrivata la replica del ministro del Lavoro: “Non è il caso di giocare a nascondino con 15 miliardi per fare la flat tax, non devono dirlo a Di Maio ma a tutti gli italiani. Spero che siano 15 miliardi freschi, di risorse che non tolgono nulla agli italiani”.Il timore del capo politico M5s è che “per fare la flat tax si voglia togliere agli italiani. Sono sicuro che non sia così, ma è meglio dirlo, perché è necessario disinnescare le clausole sull’Iva. Altro tema è quello della possibilità di anticipare la manovra, come da qualche giorno afferma il vicepresidente del Consiglio, Matteo Salvini. Questione di poco conto, secondo Di Maio: “Per me si può fare pure domani, il tema è cosa ci mettiamo dentro”.
Infine c’è la questione minibot, su cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Giancarlo Giorgetti, sembra aver messo la parole fine, confermando la posizione del ministro dell’Economia, Giovanni Tria. Il capo politico del M5s si dice “molto colpito” dal fatto che “la Lega abbia cambiato posizione sui minibot”.
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