Il verdetto tanto atteso è arrivato alle otto di sera, quando il gip di Agrigento Alessandra Vella ha deciso: Carola Rackete, la comandante della Sea-Watch 3, torna libera dopo quattro giorni trascorsi agli arresti domiciliari. Il gip è andata ben oltre la richiesta dei pm, non convalidando l’arresto della donna ed escludendo il reato di resistenza e violenza a nave da guerra, ritenendo che il reato di resistenza a pubblico ufficiale sia stato giustificato da una “scriminante” legata all’avere agito “all’adempimento di un dovere”, quello di salvare vite umane in mare.
Viene dunque meno la misura degli arresti domiciliari deciso dalla procura che aveva chiesto la convalida della misura restrittiva e il divieto di dimora in provincia di Agrigento. Il gip sottolinea anche che la scelta del porto di Lampedusa non sia stata strumentale, ma obbligatoria perché i porti dell Libia e della Tunisia non sono stati ritenuti porti sicuri.
Una decisione che ha subito scatenato la reazione delusa e arrabbiata di Matteo Salvini, costretto a ingoiare il boccone amaro. Il ministro ha annunciato di aver disposto un provvedimento di allontanamento dal territorio nazionale con accompagnamento alla frontiera. Ma il provvedimento dovrà essere convalidato dall’autorità giudiziaria che ieri aveva già negato il nullaosta.
“Per la magistratura italiana ignorare le leggi e speronare una motovedetta della Guardia di finanza non sono motivi sufficienti per andare in galera – il commento di Salvini -. Nessun problema: per la comandante criminale Carola Rackete è pronto un provvedimento per rispedirla nel suo Paese perchè pericolosa per la sicurezza nazionale. Tornerà nella sua Germania dove non sarebbero così tolleranti con una italiana che dovesse attentare alla vita di poliziotti tedeschi. L’Italia ha rialzato la testa: siamo orgogliosi di difendere il nostro Paese e di essere diversi da altri leaderini europei che pensano di poterci trattare ancora come una loro colonia. La pacchia è finita”.
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