Le rivelazioni delle espulse. Gloria Vizzini e Veronica Giannone non sono più deputate del Movimento 5 Stelle. “Questa decisione è stata presa a seguito delle segnalazioni delle ripetute violazioni dello Statuto e del Codice Etico del MoVimento 5 Stelle e dello Statuto del Gruppo Parlamentare del MoVimento alla Camera. Risultano gravissime le assenze alle votazioni finali di vari provvedimenti fondamentali, condivisi e sostenuti dal nostro Gruppo Parlamentare”.
E ancora: “A questo si aggiungono le votazioni in difformità dal Gruppo di numerosi emendamenti contrari alla linea politica del Movimento e per le quali entrambe hanno ricevuto un richiamo formale, la partecipazione in conferenze stampa gravemente lesive dell’immagine del MoVimento”.
Gloria Vizzini, dunque, ha voluto raccontare le modalità dell’espulsione e la vita all’interno del partito di Di Maio. “All’inizio arrivano alcune avvisaglie. Ad esempio leggi sul giornale che c’è stata una riunione del direttivo e si è deciso di far fuori dei deputati, poi cominciano a circolare i nomi, poi il deputato di zona fa una battuta e ti viene riportata. Capisci che è finita quando vieni bannata da tutti i canali Telegram e da tutte le chat di Whatsapp. A questo punto spero che mi cancellino anche dall’Associazione Rousseau”.
Nel partito dei “cittadini onesti” ogni iniziativa personale dei deputati non è ammessa, i rappresentanti del popolo sono ridotti a dei pigiabottoni senza identità. “Le prerogative parlamentari sono costantemente messe sotto i piedi”.
“Non è possibile scrivere emendamenti perché ti dicono che si mette in difficoltà la maggioranza. Se provi a proporli ti dicono: ‘Abbiamo trovato la quadra, e tu rovini la quadra’, ‘che vuoi far cadere il Governo?’, ‘così provochi la Lega…’. In aula non si possono fare interventi ‘perché si allunga il discorso’, ‘perché le opposizioni li prendono come pretesto per fare ostruzionismo’. Ma un legislatore che non può svolgere le sue funzioni a cosa serve?”.
E ancora: “Non si possono mandare comunicati stampa, tutto deve passare per il famigerato ufficio comunicazione. Si possono scrivere post su Facebook per fare da cassa di risonanza a quello che dicono i capi. Praticamente il ruolo del portavoce è quello di stare sui social e basta. Ovviamente anche le nostre pagine sono controllate. Io da insegnante mi sentivo molto più libera di esprimere le mie opinioni che da parlamentare della Repubblica. All’interno del gruppo molti soffrono in silenzio”.
Il rapporto con la Lega è il vero grande incubo di Di Maio e dei suoi; ai gruppi parlamentari è imposto il silenzio e – di fatto – la sottomissione totale all’alleato di Governo. “Nell’ultima riunione dei gruppi mi hanno riferito che i capigruppo ci hanno detto di non provocare la Lega perché Salvini vuol far cadere il Governo e non dovevamo dargli argomenti. Risposi che ciò voleva dire che dovevamo votare quella schifezza del Decreto Sicurezza Bis senza fiatare”.
La deputata aderirà nelle prossime ore al gruppo misto e già sa aspetta la consueta gogna mediatica: “Ho ricevuto molti messaggi di apprezzamento su Whatsapp. Nelle prossime ore mi aspetto la solita valanga si insulti sui social, purtroppo fa parte del gioco, d’altronde è su quello che devono spingere dato che non hanno altri argomenti”.
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