Maria Elena Boschi è di nuovo finita nel mirino degli haters, gli odiatori social. Incentivati da Salvini, centinaia di utenti hanno riniziato ad attaccarla come meglio sanno fare: con insulti sessisti, minacce e auguri di morte. Ancora una volta il sessismo impregna decine di post cattivi, mostrando il solito fiume di rabbia scatenato da un intervento del ministro Matteo Salvini che replicava alla parlamentare per avere presentato una mozione di sfiducia nei suoi confronti. Il meccanismo collaterale che si è messo in moto è davvero preoccupante.
Niente di diverso – tipico del marchio salviniano – rispetto a cosa era successo con altre donne, anch’esse, a loro volta, prese di mira dal ministro dell’Interno. La scrittrice Michela Murgia che difende i migranti, Laura Boldrini, la Capitana Carola Rackete, definita prima sbruffoncella e recentemente anche “zecca”.
Il fiume di odio dei fan salviniani sul web si è amplificato a dismisura fino ad arrivare a parole volgari, a offese a sfondo sessuale. Di politico c’è ben poco. Di tutto quello che hanno scritto è bene non riportare nessun virgolettato, per rispetto e perché fa schifo solo riscriverle certe cose. Tutto questo è stato sufficiente per incendiare un clima di scontro e far scattare la solidarietà femminile a Maria Elena Boschi. Tutte donne bersaglio di insulti sessisti gravissimi, intollerabili, inaccettabili. La Boschi “ha osato” mettere la firma per chiedere la sfiducia del ministro.
Questa la sua colpa agli occhi degli spargitori d’odio che il ministro Salvini sa bene come attivare: basta una foto e un breve testo per innescare un profluvio irrefrenabile di violenza fatta di offese, minacce, insinuazioni. Di tutto quest’odio Salvini è il mandante. Sul web altre parlamentari si chiedono cosa aspetti Salvini a bloccare sulla sua pagina i commenti violenti e pieni di livore.
E sul suo profilo Facebook la Boschi a scritto così: “Che tristezza non ricevere un solo commento di solidarietà da parte dei leghisti perbene – continua Boschi nel suo post – e delle donne leghiste o grilline. Che tristezza pensare che ci siano donne e uomini che sfogano su di me le loro frustrazioni. Quello che è certo – assicura – è che io non mollo. Mi hanno attaccata così sulle banche e poi abbiamo visto che io non c’entravo niente e che i salvabanche li hanno approvati loro”.
“Sulle mie azioni da ministro, il tempo ha chiarito che noi abbiamo fatto il bene dell’Italia. Adesso mi attaccano per aver proposto la mozione di sfiducia. La reazione rabbiosa di Salvini e dei suoi dimostra che quella mozione andava fatta subito come proposto da alcuni di noi. Ma è una reazione rabbiosa che non mi fa paura. Io non taccio perché me lo ordina Salvini”, conclude.
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