Che i saldi non decollano più come una volta è ormai un dato di fatto: a poco più di tre settimane dall’inizio dei saldi estivi solo il 43% degli italiani ha approfittato delle vendite di fine stagione e ha comprato almeno un prodotto. Eppure chi non ricorda i vicini anni ’90, quando le troupe Rai riprendevano la folla in coda davanti ai negozi prima ancora che aprissero la saracinesca e si aspettava pazienti per prender parte a quel rito stagionale. Dal ricco al povero, tutti partecipavano ai saldi di fine stagione, eppure oggi entrando nei negozi sembra abbastanza chiaro che i saldi, così come sono concepiti, forse non servono più.
Secondo un recente articolo del Corriere della Sera, non è solo colpa della diffusione dello shopping online, ma un sistema burocratico che è cambiato in peggio: la riforma del titolo V della Costituzione italiana del 2001, ad esempio, ha dato diversi poteri alle Regioni, ma come sottolinea un interessante studio dell’Istituto Bruno Leoni, ha anche consegnato loro quasi interamente la materia della legislazione in fatto di commercio. Con il risultato che ancora oggi, nel 2019, abbiamo differenze regionali sull’avvio e sulle regole dei saldi mentre basta andare in qualsiasi Outlet, in qualsiasi giorno dell’anno, per comprare al 50%.


Anche quel rapporto di fiducia tra negoziante e cliente, oggi non esiste quasi più: il consumo è molto più distribuito nelle occasioni della vita e la concorrenza è estremamente aumentata. È aumentata anche la mobilità delle persone che quindi si spostano e vanno negli outlet a caccia dell’affare, senza aver più bisogno di aspettare quel periodo predefinito dei saldi.
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