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Paolo Romani annuncia: “Vado con Toti. Forza Italia ormai ha più eletti che elettori”

Oggi Repubblica ha intervistato il senatore Paolo Romani, il quale ha annunciato che anche lui seguirà Giovanni Toti. “Oggi andremo dal notaio, a Roma, per dare vita a ‘Cambiamo’, insieme a Quagliariello, Vitali, Berruti e altri. Osvaldo Napoli ha dato la sua adesione dalla Cina”. Quindi si può decretare così la fine di Forza Italia? Romani risponde: “Bisogna prendere atto che il dominus nel centrodestra oggi non è più Berlusconi, ma Salvini. Forza Italia è precipitata al sei per cento, i conti non tornano”.

“A Silvio Berlusconi, a cui devo riconoscenza infinita, già anni fa avevo chiesto di prevedere forme di partecipazione dal basso, un partito più orientato sul digitale. Non è successo nulla. Oggi sembriamo avere più eletti che elettori”.

“Noi non faremo subito un partito. Vogliamo tentare un ultimo tentativo per cambiare dall’interno Forza Italia, che io non lascio. Chiediamo a Berlusconi di farsi, da monarca assoluta, monarca costituzionale, e di concederci lo Statuto albertino. Vogliamo riconquistare quegli elettori che ci hanno abbandonati, collocandoci alla sinistra della Lega. Oggi Forza Italia non è un partito contendibile, perché non ci sono regole e modalità di partecipazione”.

Continua Romani: “Intendiamo, insieme ai tanti amministratori locali di Cambiamo, tornare discutere, collocandoci nel perimetro del centrodestra. La politica è fatta di progetti, di speranze, bisogna rischiare. Se siamo al minimo storico vuol dire che c’è un problema”.

Perché invece Salvini è al 38 per cento? “Perché la sinistra ha sottovalutato il problema della sicurezza, che è ritenuta la prima emergenza per gli italiani. Prenda Milano, dove il 28 per cento che lavora non è nato in Italia, ma il problema è dato da quei 200 stranieri che importunano le persone davanti alla stazione”.

La polemica di Salvini è contro i migranti, quelli che vengono dal mare. I neri. “Alcuni di coloro che sono scesi dai barconi, hanno contribuito a formare organizzazioni mafiose, come quella nigeriana in Italia”.

Tutti quelli che hanno sfidato Berlusconi, da Fini a Alfano, sono finiti male. “Sì, ma erano altri tempi. Noi, per dire, non puntiamo a fare gruppi parlamentari autonomi”.

Da quanto tempo non sente Berlusconi? “Da un bel po’. Diciamo che non l’ho cercato”.

 

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