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Salvini deve dimettersi: sfiducia il suo governo ma fa propaganda coi nostri soldi

Salvini deve dimettersi. Subito. È stato lui ad aprire la crisi di governo, ed è lui che – una volta tanto – dovrebbe assumersi la responsabilità di quello che ha fatto e del ruolo che ricopre. Salvini è un ministro del’Interno che ha sfiduciato il suo stesso governo ma che non si dimette. Un’assurdità. E va in giro per l’Italia a spese di tutti gli italiani con un apparato di sicurezza di cui non avrebbe più diritto. E che fa campagna elettorale con i soldi di tutti gli italiani.

Questo è Salvini. Prima di parlare dovrebbe dimettersi. E ogni giorno che passa è un giorno perso. Invece lui continua i suoi tour sulle spiagge e lungo tutto il Paese, raccogliendo contestazioni a destra e a manca che i poliziotti, spesso in tenuta antisommossa, sono lì pronti a sedare.

È normale tutto questo? Il Beach Tour, la tournée estiva del ministro dell’Interno nel Sud Italia, non si arresta. Domenica 11 agosto, Salvini è stato a Catania e Siracusa, in Sicilia. Dove però non è stato accolto soltanto dai sostenitori, ma anche dai contestatori, come già accaduto a Soverato. In piazza Duomo, davanti a Palazzo degli Elefanti, si è riunito un centinaio di persone, schierate in due fazioni: pro e contro il ministro.

I simpatizzanti della Lega hanno esposto uno striscione con la scritta “Catania identitaria”. Il leader è stato, invece, accolto dai restanti con una dura contestazione al grido di “siamo tutti terroni”, “venduto” e “traditore”. Qualche manifestante ha lanciato anche alcune bottigliette di plastica vuote contro l’auto del ministro dell’Interno all’uscita dal municipio di Catania. Immediato l’intervento della polizia, appunto.

A Siracusa alcuni manifestanti anti-Salvini sono stati allontanati dalla polizia dal palco dove era atteso il ministro dell’Interno. Ragazzi per lo più giovanissimi. Nella città siciliana non si sono placate le contestazioni, i manifestanti hanno continuato a urlare insulti al ministro dell’Interno e a sollevare cartelli con scritte come “Salvini fascista”, “fuori da Siracusa”. E tutto questo, ancora, sotto la sicurezza vigile da ministro.

Intanto, come fanno notare le opposizioni, sarebbe la prima volta che un capo politico si ritroverebbe a coprire il ruolo di ministro dell’Interno in una fase di transizione elettorale. Per questo sono in molti a chiedere le sue dimissioni per ottenere un governo del Presidente che possa traghettare legittimamente e senza interferenze alle urne. Ma Salvini non molla. Il suo senso delle istituzioni, del resto, è sotto le suole delle scarpe.

 

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