Il giorno dopo l’intervento di Salvini in senato si è scatenato il putiferio. Il vicepremier leghista ha confermato la sua apertura ai 5 Stelle per il “Tagliapoltrone” e ha ribadito di non voler lasciare il suo posto da ministro dell’Interno, nonostante tutti gli facciano notare che da capo politico non potrebbe gestire una fase di transizione come questa che porterà alle elezioni. E Salvini non ha nemmeno ritirato la sua squadra di ministri dopo aver proposto lui la sfiducia a Conte e quindi al suo stesso governo.
Sulle sue mancate dimissioni, però, c’è qualcuno che fa notare un altro aspetto. E cioè che rinunciare al Viminale vorrebbe dire tornare a pagare di tasca sua la sua mastodontica squadra della comunicazione. Che se si va ad elezioni, gli serve come il pane. Parliamo, oggi, di mille euro al giorno pagati dagli italiani.
A finanziare il suo staff, infatti, ora è il ministero. Secondo un’inchiesta pubblicata dal settimanale L’Espresso, la propaganda sui social non è pagata più dal leader del Carroccio, bensì dal dicastero e, dunque, dai cittadini. La testata, fin da subito, ha chiarito che non si tratta di un’azione illecita, né illegale.
65mila euro è la busta paga di Luca Morisi, consigliere strategico della comunicazione di Salvini. Andrea Paganella, capo della segreteria del vicepremier, ogni anno incassa 86mila euro. Fabio Visconti, Andrea Zanelli e Daniele Bertana – membri del team social del leghista – sono stati assunti sempre a giugno e con uno stipendio di 41mila euro lordi all’anno.
Stesso discorso per Leonardo Foa – figlio del presidente della Rai, Marcello Foa – che collabora con l’ufficio stampa. In tutto, dunque, sono 314mila euro all’anno i soldi a carico dello Stato impiegati per retribuire lo staff social del ministro dell’Interno.
90mila, invece, vanno aggiunti alla cifra se si considera anche lo stipendio del capo ufficio stampa nonché biografo del vicepremier Salvini, Matteo Pandini. Secondo l’Espresso, è di circa mille euro al giorno la somma pagata “inconsapevolmente” da tutti i cittadini. Per non parlare dei famosi 49 milioni di euro sottratti già agli italiani e di cui non si sa nulla.
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