Luigi Di Maio in spiaggia, in un video postato su Facebook che mostra i bagnanti avvicinarsi a lui per selfie e consigli di sorta: “Un paio di giorni di relax anche per me, nella bellissima Palinuro. Grazie per l’affetto. Grazie per il sostegno che ci state dando. Vedo tanto entusiasmo negli occhi delle persone. Siete la nostra carica. Noi non molliamo, soprattutto ora!”. Una sequenza che vede una signora suggerire di sfiduciare Salvini, ipotesi alla quale il vicepremier replica “Ognuno dice la sua”.
Renzi ha poi aggiunto: “Siamo pronti a un governo istituzionale per salvare le famiglie dall’aumento dell’Iva e per evitare che l’Italia sia isolata in Europa. E siamo ancora più pronti a fare un’opposizione ancora più dura se grillini e leghisti si rimetteranno insieme per una banale esigenza di poltrone”. Ma dallo stesso Di Maio Su Facebook arriva una smentita a questa ipotesi: “È tutto falso. Non ci interessano poltrone, non ci interessano giochi di palazzo. Per noi è importante il taglio dei 345 parlamentari per dare un grande segnale di cambiamento. Punto. Abbiamo sempre lavorato per fare il meglio del Paese e soprattutto in questo momento dopo che la Lega ha fatto piombare l’Italia in una crisi senza precedenti, nel pieno di agosto”.Altri esponenti dem hanno aperto all’ipotesi di un accordo con il M5s. Intervistato da Circo Massimo su Radio Capital, il capogruppo dei deputati del Pd Graziano Delrio ha ricordato di essere sempre stato “aperto al dialogo con i Cinque Stelle, non ero di quelli che dicevano ‘mai'”. Ciò che serve però “è un accordo alla tedesca, come Cdu e Spd, una cosa scritta. Ci si mette a sedere, si tratta, si analizza ogni punto per il bene del paese, convocando le menti migliori, per dare un’impronta diversa. Questo paese finora è stato ossessionato da argomenti che non hanno portato bene, come l’immigrazione. Mi fa piacere che Conte ne abbia preso atto. Il problema invece è il lavoro, dobbiamo abbassare il cuneo fiscale, c’è il tema del salario minimo”.
Oltre al salario minimo l’altro punto di dialettico sarà il reddito di cittadinanza, sul quale Delrio vede “luci e ombre”: “Noi lo abbiamo criticato per un verso ma sostenuto per un altro – spiega l’ex ministro – perché come sviluppo del reddito di inclusione era giusto. Poi hanno messo anche le politiche attive del lavoro che però non entrano in vigore, hanno creato confusione e tolto efficienza alle misure contro povertà. Non abbiamo mai fatto battaglia frontale contro il reddito ma la misura così concepita anziché avviare al lavoro lo scoraggia”.
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