Vendetta, dolce vendetta. Un sentimento che in queste ore sta tentando molti big di Forza Italia vicinissimi a Silvio Berlusconi, che di fronte al Matteo Salvini ferito degli ultimi giorni spingono per una rottura totale con la Lega, piuttosto che un soccorso all’ex alleato in difficoltà. Gianni Letta e Antonio Tajani, in primis. Che di fronte a un possibile governo M5S-Pd chiedono non certo un sostegno ma comunque un’opposizione responsabile, con eventuali voti a favore su alcuni provvedimenti chiave.
Addirittura, si ragiona sulla possibilità di inserire qualche figura chiave di Forza Italia in un eventuale esecutivo di questo tipo. Il nome su tutti, quello di Mara Carfagna, nemica giurata di Salvini e tornata alla carica nelle scorse ore con un post su Facebook: “Se ci fosse un governo in carica, cosa di cui è lecito dubitare, mi piacerebbe interrogarlo sui motivi per cui l’Italia è stata di fatto assente a tutti i tavoli europei in cui da un anno si discute la revisione del trattato di Dublino e gli accordi per la redistribuzione automatica di profughi e migranti”.
La Carfagna ha messo nel mirino la Lega ancora una volta: “Con quella revisione e con quegli accordi il caso #OpenArms non esisterebbe e oggi non dovremmo assistere a uno spettacolo che mortifica la dignità e la reputazione del nostro Paese. Una destra seria affronta i problemi, cambia le norme, partecipa ai vertici, consolida alleanze utili ai suoi interessi. Non vedo nulla di destra nell’immagine che l’Italia sta offrendo all’Europa e ai suoi stessi cittadini”.
Non mancano voci fuori dal coro, da parte di chi, invece, spinge per un ritorno tra le braccia di Salvini, indebolito ma non per questo sconfitto. Una minoranza, però. Berlusconi al momento prende tempo, attende gli sviluppi della crisi con tanto di mozione di sfiducia a Conte. Ma il richiamo dell’ala più moderata del partito continua a farsi sempre più forte.
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