Conte incassa la fiducia anche al Senato e si prende la scena nel duello con Salvini. Il quale accusa il colpo e ora ha paura, perché ha fiutato la trappola che Pd e 5 Stelle hanno preparato per lui: la riforma elettorale. Quando è arrivato il momento di prendere la parola, Salvini, seduto sui banchi della Lega, per 21 minuti ha girato quasi sempre intorno al concetto del nuovo governo “inchiodato alle poltrone”. Ma la battuta che più gli stava a cuore l’ha detta all’inizio e poi l’ha ripetuta tre volte: “Non la invidio, presidente Conte-Monti…”.
Il presidente del Consiglio – intervenuto poco dopo – ha infilzato Salvini più volte, ma alla fine la battuta più cattiva è stata diretta: “Assegnare ad altri le proprie colpe è il più limpido percorso per rimanere deresponsabilizzati a vita, per non confrontarsi con le conseguenze delle proprie decisioni. È un modo certo per conservare la leadership di un partito…”.
Salvini era atteso da tutti con un numero di alta scuola, invece ha accusato il colpo. Sin dalle prime parole (“Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, di Monti e di Renzi”) si è capito che sarebbe stato un florilegio di battute ad effetto, e nulla più. Quando tocca a Conte, il presidente del consiglio ricorda le pretese del capo della Lega di andare ad elezioni senza averne il potere, e dà una lezione di diritto costituzionale con la quale chiude il suo intervento, un modo elegante per dare degli ignoranti ai leghisti.
Ma il tema vero, insulti e battute a parte, era sulla legge elettorale. Sì, perché Pd e Movimento 5 Stelle hanno trovato un accordo. Un progetto che va di pari passo con l’annunciato taglio dei parlamentari, digerito a fatica dai democratici. I quali, in cambio della riduzione degli onorevoli di Camera e Senato, hanno incassato il sì dei grillini alla nuova legge elettorale. Che sarà un proporzionale puro. Ed è questo che temono Salvini e la Lega.
Un bel salto rispetto alla legge ora in vigore, il cosiddetto Rosatellum, sistema misto proporzionale con correzione maggioritaria. La “svolta” proporzionale ha messo in allarme la Lega. Giorgetti, fiutata la trappola, si è affrettato a confessare: “Vogliono eliminarci col proporzionale”. E Salvini ha già annunciato ai due partiti di maggioranza che “se andate avanti su questo tema, raccoglieremo le firme. Per noi chi prende un voto in più governa”.
Fino a qualche giorno fa, Salvini si diceva sicuro: “Vinciamo con qualsiasi sistema”. Poi però deve aver capito che la trappola del proporzionale è scattata subito contro di lui, e in uno stato d’isolamento quello è il modello elettorale peggiore che ci si possa augurare. E così i presidenti leghisti di commissione sono stati incaricati di bloccare in tutti i modi il cammino della nuova legge elettorale. Salvini comincia a pensare di non farcela da solo a vincere e il maggioritario è quello che tiene insieme il centrodestra…
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