Tempi duri, nella Lega di Matteo Salvini. Un partito in cui ogni certezza sembra di colpo crollare, travolta dalla fragilità di un Carroccio che dopo lo strappo tentato e fallito dal suo leader è alla ricerca di nuovi, faticosi equilibri. E nel quale persino la candidatura, annunciata da mesi, della senatrice leghista Lucia Borgonzoni alle Regionali in Emilia-Romagna potrebbe di colpo essere messa in discussione. Uno scenario impensabili soltanto qualche settimana fa.
Un ripensamento all’orizzonte scatenato dall’improvvisa paura che in queste ore ha assalito il Capitano, solitamente baldanzoso e spericolato: quella di perdere in Umbria e in Emilia, di inanellare due sconfitte inaspettate che sancirebbero definitivamente la crisi di una Lega dove ora, udite udite, c’è addirittura chi si permette di mettere in discussione la sua leadership, considerandolo troppo spericolato e troppo poco avvezzo ai meccanismi della politica.
Salvini mostra col passare dei giorni un nervosismo crescente. Che lo ha spinto a tagliare i ponti col passato in maniera sempre più violenta: prima le sue mire si concentravano soprattutto sul Pd dei banchieri e degli europeisti, ora la sua attenzione è rivolta a un Luigi Di Maio definito “incollato alla poltrona” e a un Conte che è ormai il nemico pubblico numero uno per i soldati del Carroccio.
Mentre il capo sfoga la sua rabbia, Giancarlo Giorgetti tenta di contro di riallacciare rapporti con il mondo di Forza Italia, che si va ormai sfaldando. Una telefonata a Gianni Letta ha tentato di riaprire i canali con Silvio Berlusconi, nella speranza che Renzi non stia facendo già troppi danni tra le fila azzurre.
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