Una dura battaglia, quella che la possibile candidata dem alla Casa Bianca Elizabeth Warren porta avanti da tempo contro i social network e le società della Silicon Valley. E che si arricchisce ora di un nuovo passaggio, emblematico. La politica è nota per le proprie posizioni che mirano a sviscerare i colossi tech per dividerli in più aziende singole, ma nell’ultimo spot si è soffermata principalmente su Facebook ed il suo CEO.
Secondo la Warren, infatti, “Facebook è una macchina che produce disinformazione a fine di lucro”. Ecco perché invita i suoi sostenitori a firmare per “obbligarla ad assumersi le sue responsabilità”. Non solo: la senatrice prende di mira anche l’amministratore delegato del colosso dei social network Mark Zuckerberg, accusato di essere un sostenitore di Donald Trump.
L’accusa è stata mossa attraverso un’inserzione pubblicitaria pagata e pubblicata proprio sul social network, in cui viene affermato che Mr.Facebook avrebbe dato il proprio endorsement a Trump per la rielezione come presidente degli Stati Uniti. Poco dopo i comitato elettorale della Warren ha specificato che si trattava di una notizia falsa, pubblicata volutamente sul social network per permettere ai moderatori di sperimentare con le loro mani le conseguenze nocive delle “pratiche illegali ed anti competitive grazie alla quale Trump ha la libertà di mentire sulle più grande piattaforme social”.
La Warren è infatti da tempo avversa a Facebook per la modalità sbagliata con cui riesce comunque alla fake news, teoricamente nel mirino del social, di diffondersi e creare scompiglio, con smentite che nella maggior parte dei casi passano in secondo piano rispetto agli effetti causati. Un malcostume che ha cercato di dimostrare in maniera diretta.
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