Un sospetto terribile, quello che accompagna questi primi giorni di intervento militare turco in Siria. Ad avanzarlo è stata l’amministrazione curda in una nota, spiegando che Ankara avrebbe fatto ricorso alle armi vietate a seguito della resistenza, del tutto inaspettata, incontrata nella città di Ras al-Ayn.
“L’aggressione turca sta usando tutte le armi disponibili contro Ras al-Ayn – si legge nella nota – Di fronte all’evidente fallimento del suo piano, Erdogan sta ricorrendo ad armi che sono vietate a livello globale come il fosforo e il napalm”.
“Sospettiamo che armi non convenzionali vengano usate contro i combattenti curdi dalla Turchia nella città assediata di Serekaniye nel nord-est della Siri” ha aggiunto via Twitter Mustafa Bali, capo della comunicazione delle forze democratiche siriane (Fds) a guida curda.
Le persone ricoverate negli ospedali di Ras al-Ain, nella Siria settentrionale, ad esempio, presentano”ferite per nulla comuni” che fanno temere che siano “state usate armi non convenzionali” ha dichiarato il medico curdo Manal Mohammed, responsabile del Rojava Health Board, che all’emittente Rudaw ha detto che “il nostro personale sanitario sta ora indagando per vedere quale tipo di armi siano state usate contro di noi”.
Pronta la replica del ministro della Difesa di Ankara, che respinge le accuse dei curdi siriani: “
Tutti sanno che l’esercito turco non ha armi chimiche nel suo inventario. Alcune informazioni ci indicano che le milizie curde dello Ypg usano armi chimiche per poi accusare la Turchia”.
L’appello della comandante curda: “Italia, se armi i turchi uccidi il nostro popolo”