Può esistere ancora una Forza Italia dopo la marcia su Roma? Il sì di Berlusconi a Salvini, travagliato, ha aperto probabilmente l’ultimo capitolo della storia di un partito ormai in rapida discesa, in calo nei consensi e lontanissimo dai fasti di un tempo. La scelta del Cav è stata precisa: rendersi subalterno alla destra di piazza, quella che ribolle odio e ricorre ai facili slogan piuttosto che rimboccarsi le maniche, pur di non perdere quel briciolo di consenso che gli è rimasto. Il resto, se lo è già pappato Salvini.
“L’adesione alla manifestazione di domani organizzata dalla Lega in piazza S. Giovanni segna la fine di Forza Italia, e, con lei, anche del centrodestra” ha commentato Stefano Parisi, leader di Energie per l’Italia. Mara Carfagna, che in Forza Italia colloca la sua storia politica ma non ha mai accettato l’asservimento alla Lega, è scattata a sua volta, bollando come “errore” l’adesione alla “Marcia su Roma” salviniana in programma il prossimo 19 ottobre nella capitale.Dello stesso tenore il pensiero di Filippo Rossi, autore di un manifesto per la Buona Destra raccolto nel libro “Dalla parte di Jekyll”, da poco uscito in tutte le librerie: “Forza Italia ha fatto una scelta precisa. Quella di dire no a una destra sana, equilibrata, civile e alternativa a Salvini per abbracciarne, invece, una feroce, bestiale, che si nutre delle paure dei cittadini”.
A suscitare polemiche, in particolar modo, la probabile presenza di CasaPound al corte organizzato dal Carroccio. Un’adesione che gli organizzatori hanno cercato di minimizzare, sostenendo che le porte saranno aperte a tutti, ma che ha un peso specifico non indifferente. Berlusconi ha scelto di esserci comunque, spazzando via in un colpo solo la storia del suo stesso partito. Non tutti, a quanto pare, sembrano disposti a rimanere sulla nave che naufraga.