Il Movimento 5 Stelle è sprofondato nel baratro dopo il tracollo elettorale delle elezioni in Umbria. Quel misero 7,4% è una spada di Damocle che rischia di creare la vera prima crisi dei grillini. E se il capo politico Luigi Di Maio, colui che è indicato dalla base e da larga parte del partito come il principale responsabile, ha archiviato subito l’alleanza con il PD definendola un “esperimento fallito”, il quartier generale del Movimento lo blocca e si ricompatta sulla nuova linea. È quindi scontro tra i vertici del M5s. Grillo, Conte e Fico stoppano Di Maio, di fatto delegittimandolo.
In realtà la voglia di Di Maio di finirla subito con questa storia dell’alleanza con il Pd è un pensiero comune nel partito con molti esponenti che ribadiscono il bisogno di valutare caso per caso e non di escludere a priori la possibilità di creare un nuovo patto civico con i democratici.
Non è da escludere nelle prossime settimane (forse già nel weekend) un vertice grillino per analizzare i risultati delle regionali e capire come muoversi in vista delle altre sfide. L’accordo con il PD sembra essere una strada ardua ma non impraticabile visto che molti grillini chiedono di valutare un’alleanza singolarmente. Ma la crescita della Meloni potrebbe portare Di Maio a chiudere definitivamente all’accordo con il PD.
Come precisato da La Repubblica, il leader grillini teme l’exploit del partito Fratelli d’Italia che nel giro di pochi mesi si è candidato ad essere il terzo partito alle spalle di Lega e democratici. “Devo coprirmi a destra – avrebbe detto ai suoi fedelissimi il ministro degli Esteri – o la Meloni mi prende i voti”.
Ma intanto, da Genova, Beppe Grillo continua a considerare sbagliata l’idea di chiudere a priori al M5s. Il fondatore grillino – secondo quanto scrive La Repubblica – ai fedelissimi avrebbe confidato di essere pronto a scendere in campo per “non fare saltare l’alleanza con il PD”. Si tratta di una chiara presa di posizione che potrebbe portare anche ad un cambio di leadership.
La stima del comico nei confronti del premier Conte non è stata mai in discussione e per questo non è da escludere una successione ai vertici del partito. A pagare, dunque, sarebbe Di Maio. Mentre l’ala di Fico acquisirebbe più potere.
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