Da Salvini ha ereditato la poltrona, quella (caldissima) del Viminale. Ma al contrario del leader della Lega, che scorrazzava per l’Italia a caccia di voti dimenticando i suoi impegni, il nuovo ministro dell’Interno Luciana Lamorgese è descritta da tutti come una stacanovista, l’ultima a lasciare il palazzo la sera. In un’intervista a La Repubblica, ha voluto rispondere alle accuse che arrivano proprio dal suo predecessore, che continua a puntare sul tema dei migranti per consolidare il suo consenso tra gli italiani.
“L’invasione di cui parla Salvini? Non mi risulta. Basti pensare che nel 2019 gli arrivi sono stati 9.600 rispetto ai 22 mila di tutto il 2018. I dati di cui parla la Lega fanno riferimento al solo mese di settembre, dove in effetti un aumento c’è stato ma riconducibile al fenomeno, non nuovo, dello sbarco autonomo. Ci siamo attivati per intensificare l’attività di rimpatri: la percentuale rispetto agli sbarchi è salita al 60%”.Da poco sono state inoltre “individuate 5 aree di transito alla frontiera dove il richiedente asilo viene ascoltato entro 7 giorni ed entro altri 2 arriva la decisione. Una procedura per quelle persone che eludono o hanno eluso i controlli, principalmente in seguito a sbarco autonomo”. Sui dublinanti in arrivo dalla Germania: “Una notizia totalmente priva di fondamento. Al momento ci sono trattative in corso ma niente di più”.
Un doppio colpo, dunque, a una propaganda salviniana falsa nelle sue accuse. La Lamorgese è poi intervenuta sul caso Segre dicendosi “sdegnata” per quanto accaduto. “Le adesioni mi hanno profondamente rattristata, è inaccettabile che, in un Paese che ha costruito la propria Carta dei Valori sul rifiuto di ogni forma di discriminazione, si tenti di riportare indietro le lancette dell’orologio.
Liliana Segre: una lettera (da Auschwitz) per rispondere alle destre codarde