In casa Rai è pronto il ribaltone. Nel cda dell’11 novembre Salini prepara una tornata di nomine su reti, super direzioni e informazione. Per il Tg1 le ipotesi ora in ballo riguardano Di Bella e Di Mare. A rivelare le trame ci pensa Repubblica con un pezzo di Goffredo De Marchis. Com’è sempre successo, il possibile cambio al Tg1 ha motivazioni politiche, ma i suoi fautori sono pronti ad argomentarlo anche con le difficoltà negli ascolti, che pure sono fattuali. Rispetto alla scorsa stagione l’edizione delle 20 perde in media un punto e mezzo.
Oggi il Tg1 è guidato da Giuseppe Carboni che fu indicato a suo tempo dai grillini. Ma il Pd vuole che si cambi rotta. Dovrà fare i conti con il Movimento, che potrebbe anche accettare l’idea di operare un cambio. Ma il punto è con chi…
“Salini non ama il gioco politico, non ne conosce le regole e da sempre ha preferito concentrarsi sul piano industriale, una rivoluzione per la Tv di Stato, che è riuscito a condurre in porto dopo anni di stasi. Ma la Rai significa potere e assetti, quindi bisogna mettere le mani nel frullatore. Alla poltrona di Carboni, come interni del Tg1, ambiscono Francesco Giorgino e Franco Di Mare. Il primo ha buoni rapporti con i grillini, ma viene dal centrodestra. Non è un nome di garanzia per il Partito democratico. Non sarebbe affatto la svolta auspicata dal Nazareno”, si legge nell’articolo.
Su Di Mare, invece, si apprende che non ci sarebbero veti: “Si sta muovendo anche l’ex presidente della Rai Monica Maggioni. Ma il nome forte resta quello di Antonio Di Bella, oggi direttore di Rainews24. È un interno, conosce il mestiere e le dinamiche dei corridoi che tornerebbero utili in una redazione abbastanza spaccata. È gradito ai dem, ha rapporti buoni con i 5Stelle”.
Qui però inizia il rebus degli incroci. “Salini vorrebbe promuovere a Rai1 Stefano Coletta, vicino al Pd, scalzando Teresa De Santis in quota leghista. Può Di Maio accettare che l’intera Rai1 sia in mano a Zingaretti? Per salvare il suo fiore all’occhiello Salini vorrebbe portare in Cda anche le nomine delle divisioni previste dal piano industriale. Macro direzioni sui generi (Intrattenimento, Approfondimento, Informazione, Daytime, Primetime)”.
Ma, come è noto, se aumentano gli incroci, aumentano anche i guai. Chi vorrà fare il direttore di rete avendo un dirigente sopra? Si potrebbe allora avere la stessa persona per due poltrone: per esempio Coletta a Rai1 e Intrattenimento, o l’ex direttore generale Mario Orfeo a Rai3 e Approfondimento. La partita è tutta aperta, ma quel che è certo è che la Rai gialloverde verrà smontata. Al di là delle opinioni politiche, il dato certo è che quell’esperienza ha fallito: dati alla mano la Rai ha perso ascolti come non mai.
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