Una sfida che sta assumendo sempre più i connotati di un viaggio in un bioparco, quelli che un tempo venivano definiti zoo. Da una parte il popolo delle sardine, quello di una mobilitazione spontanea che ha richiamato migliaia di persone in piazza per dire no alla Lega di Matteo Salvini che punta a conquistare l’Emilia-Romagna alle prossime regionali. Dall’altra proprio il leader del Carroccio, che forse non immaginava una simile adunata di piazza e che c’è rimasto piuttosto male nel vedere i palazzetti che ospitavano eventi organizzati dal suo partito meno gremiti delle strade dove andavano in scena le manifestazioni.
La politica, in tutto questo, c’entra poco o niente. Le sardine sono l’espressione di una popolazione che si ribella alle mire leghiste ma che fatica a riconoscersi in uno dei partiti dell’attuale arco parlamentare (e dalle parti di Pd e Cinque Stelle qualche domanda andrebbe fatta). Salvini, di contro, al momento combatte la sua battaglia nella Regione storicamente rossa a colpi di slogan e promesse alquanto vaghe: cambiare, spazzare via, rinnovare. Cosa o come, eventualmente, sarà il tempo a dirlo. Nel frattempo, però, la sfida si è fatta feroce sui social, dove la Bestia, la macchina della propaganda salviniana, si è subito attivata.
L’idea partorita dallo staff che cura la comunicazione di Salvini è quella dei “Gattini per Salvini”, felini fedeli al numero uno del Carroccio e che ovviamente hanno una particolare predisposizione per le sardine, delle quali vanno ghiotti. Ribaltando il principio di una vecchia pagina Facebook diventata popolare qualche mese fa, quel “Gattini su Salvini” che invitava piuttosto a inondare le foto dell’ex ministro dell’Interno di animali domestici baffuti. Chi di gatto colpisce di gatto perisce, insomma, e di colpo il buon Matteo si è riscoperto gattaro.
La realtà, però, è che dietro le prese in giro social qualcosa si sta agitando nell’universo verde. Quel popolo che aumenta piazza dopo piazza inizia a fare paura, anche perché difficile da attaccare: come si fa a trasformare in “nemica” gente che non ha simboli di partito e scende in piazza solo per manifestare il proprio dissenso? La retorica salviniana dei servi dell’Europa, dei comunisti col rolex e via e via si trova improvvisamente spuntata, carica a salve. Gli sfottò aumentano incessanti. E così il Salvini che sogna di entrare a Palazzo Chigi è costretto a fare i conti con il più infido degli avversari: le sardine.
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