Era una riunione tra Zingaretti e i ministri Dem per discutere la Manovra e si è trasformata in un’analisi della situazione della maggioranza e soprattutto degli alleati del Movimento 5 Stelle. E stando a quanto emerge, il Movimento sarebbe nel caos più totale, con Di Maio che ha perso la leadership, Conte che non può (o non vuole) esercitarla e la base che torna a invocare Beppe Grillo per mettere a posto le cose. I big del M5S non si “fidano più di Luigi” perché “vai a capire cosa abbia in testa”. E in queste ore gli appelli, le sollecitazioni, i messaggi e le telefonate a Beppe Grillo affinché “intervenga sul Movimento e su Di Maio” si moltiplicano. Arrivano dal premier Giuseppe Conte – molto seccato per l’affondo di Di Maio sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes) – ma anche dal Pd.
Ieri mattina, durante questo vertice delle 8, il segretario Nicola Zingaretti ha fatto il punto. Il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri è stato molto netto: “Di Maio non sa di cosa parla sul Mes, l’Italia non rischia nulla”. Ma proprio dietro a questa sortita contro il governo, il Pd vede altro. Il segretario dem ha ammesso che “si naviga a vista” e che dunque l’orizzonte della maggioranza è molto incerto. Premettendo che “non saremo mai noi a far saltare questo governo”, Zingaretti ha gettato un occhio preoccupato sugli alleati pentastellati. E soprattutto sul caos che regna nel M5S. “Serve che Grillo intervenga”, è stato il pensiero condiviso da tutti.
“Occorre ordine”, il pensiero aggiunto da Dario Franceschini, capodelegazione dem al governo. Il problema, come hanno analizzato tutti, è che serve una leadership al Movimento. Si è poi finito a parlare – come riporta Repubblica – anche della riforma della giustizia, dopo il vertice a vuoto dell’altra notte con il Guardasigilli Alfonso Bonafede: “Per noi così non va bene, se la prescrizione non cambia, si troverà i voti da solo per la sua riforma”. Di Maio in tutto questo sa di essere assediato. Inseguito dai sospetti: “Vuole portarci al voto a maggio”, rivela al Messaggero un ministro grillino. D’altronde i rapporti sono tesi con il Pd ma anche con Conte.
Sul Mattino si legge anche che ieri molti parlamentari, a partire dalla capogruppo in commissione Finanze Carla Ruocco si sono sentiti “usati” dal leader grillino: “Ha fatto uscire quella nota su un tema sacrosanto, come il Mes, per attaccare Conte”. E nelle chat, in molti si sono dissociati, ieri mattina sulla sortita contro Palazzo Chigi. Le persone che portano dalla prima ora sulle spalle il Movimento concordano che serva “un momento di riflessione, di standby”, si legge sul blog delle Stelle, facendo riferimento anche a Beppe Grillo e Davide Casaleggio.
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